[video] – Cocaina dal Sud America per il Salento via Amsterdam: scacco a gruppo criminale con l’operazione Skipper

[video] – Cocaina dal Sud America per il Salento via Amsterdam: scacco a gruppo criminale con l’operazione Skipper

LECCE – Dal Sud America al Salento passando per l’Olanda. Cocaina destinata ad alimentare le piazze di spaccio sul territorio, importata sotto la supervisione di A. G., salentino a capo di un’organizzazione criminale sgominata dalla Squadra Mobile, congiuntamente alla Direzione Investigativa Antimafia e con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia con l’Operazione Skipper.

Operazione Skipper: i nomi

Questi i nomi delle persone coinvolte. Misura della custodia cautelare in carcere per Pierpaolo Pizzolante, 31enne di Acquarica del Capo; Luigi Basilicata, 53enne di Napoli; Giovanni Rizzo, 53enne di Taviano; Nicolò Urso, 23enne di Presicce; Donato Angelo Rainò, 54enne di Taviano; Ciro Pizzo, 27enne di Napoli; Silvestre Attianese, 44enne di Casapesenna (CE); Giuseppe Ascione, 51enne di Napoli; Giuseppe Amato, 65enne di Scorrano; Antonio Cioffi, 70enne di Nardò. Misura dei domiciliari con braccialetto elettronico per Altin Shehaj, 42enne di Melissano; Francesco De Paola, 67enne di Acquarica del Capo; Luca Pavese, 46enne di Pulsano (TA). Misura degli arresti domiciliari per Sascha Patrick Esser, 33enne di Acquarica del Capo – arrestato in Germania; Antonio Clemente, 38enne di Sandonaci (BR); Mario Attianese, 44enne di Casapesenna (CE), Errico Sinistro, 45enne di Lecce; Hicham Kabouri, 46enne di Ruffano; Gianluca Saiella, 54enne di Roma; Corrado Lanzilli, 44enne di Napoli. Soggetti sottoposti all’obbligo di firma: B.T. M. 50enne di Napoli; D. A.C. 30enne di Nardò; R. A. 31enne di Taviano.

L’operazione Skipper è partita all’alba dopo due anni di intense attività investigative. Sono 23 le misure eseguite e sono in corso le attività giudiziarie riguardanti le restanti 3. Sono stati eseguiti sequestri preventivi per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro. Inoltre, nel corso delle indagini, sono stati eseguiti cinque arresti in flagranza di reato nonché il sequestro di circa 25 kg di cocaina, diverse armi e circa 90mila euro in contanti rinvenuti in possesso degli indagati.

Numeri importanti, quelli messi a segno dagli inquirenti nel corso dell’attività d’indagine, che hanno consentito di disarticolare un sodalizio ben strutturato, avente la sua missione nel traffico di droga a livello transnazionale. Al risultato si è giunti mediante l’impiego di intercettazioni ambientali e telefoniche, acquisizione dei tabulati, dispositivi di localizzazione e gps ed anche attività di osservazione, controllo e pedinamento.

È stato disposto il sequestro preventivo per equivalente, finalizzato alla confisca dei beni costituenti provento e profitto di reato – perlopiù di proprietà immobiliari site nell’ambito della provincia di Lecce e di quella di Salerno e conti correnti bancari – per un valore di oltre 4milioni di euro, a carico di quattro dei soggetti indagati: A.G., ancora ricercato, Pizzolante, Basilicata e Rizzo. L’esecuzione di tali sequestri preventivi da parte degli Agenti della DIA è avvenuta contestualmente alla cattura dei soggetti destinatari di custodia in carcere.

Nel medesimo contesto operativo, in raccordo con la polizia olandese, si stanno eseguendo perquisizioni nella città di Amsterdam: le operazioni riguardano magazzini siti nell’area portuale dove veniva stoccata la sostanza in arrivo dal sud America prima di essere inviata in Italia, nonché abitazioni poste nell’immediata periferia extraurbana dove soggiornavano i corrieri giunti dall’Italia.

Per l’arresto di alcuni dei sodali, destinatari di misura cautelare, localizzati fuori dalla provincia leccese, si è proceduto congiuntamente alle Squadre Mobili di Roma, Napoli, Caserta, Brindisi e Taranto, competenti per territorio. L’esecuzione di almeno tre delle misure coercitive emesse ha invece richiesto la stretta collaborazione con le Autorità di polizia estere, attesa la presenza in altri Stati, in particolare Germania e Brasile, di alcuni degli indagati. La localizzazione e cattura di questi ultimi così come tutte le varie attività eseguite in territorio estero, è infatti avvenuta grazie all’attività di intelligence svolta in raccordo con le articolazioni estere della Direzione Centrale Antidroga e della Direzione Centrale Polizia Criminale. Nelle fasi esecutive degli arresti ci si è avvalsi della collaborazione del personale dei Reparti Prevenzione Crimine di Lecce e Bari nonché di unità cinofile antidroga e antiesplosivi effettive presso gli uffici aereoportuali di Brindisi e Bari.

L’organigramma

Ed ecco, appunto, l’organigramma del sodalizio: A. G. 59enne salentino, considerato il promotore, l’organizzatore, il dirigente e il finanziatore del sodalizio, dedito all’approvvigionamento della cocaina dall’Olanda ed ai contatti con i fornitori internazionali, non ancora rintracciato; Pizzolante, organizzatore, uomo di fiducia di A. G., preposto alla direzione delle importazioni dall’Olanda ed alla successiva distribuzione dello stupefacente in territorio salentino; Rizzo, che, acquisita la sostanza da A. G., la redistribuiva sulle principali piazze della provincia leccese; Urso e Rainò, uomini di fiducia rispettivamente di Pizzolante e Rizzo, dediti all’attività di trasporto, acquisto e vendita della cocaina nei territori di competenza e delle connesse operazioni di consegna e ritiro dei corrispettivi in denaro; Basilicata, dipendente di una ditta di autotrasporti con sede in Villa Literno (CE), i cui mezzi venivano impiegati per il trasporto e la consegna di armi e droga. Si occupava di curare direttamente – e con l’ausilio di Ascione e Silvestre Attianese, entrambi campani e dipendenti della stessa ditta -, il trasporto dello stupefacente da Amsterdam fino al luogo di stoccaggio napoletano e da qui nel territorio salentino, curandosi, inoltre, del trasferimento di denaro dalla provincia leccese in Olanda.

Stando a quanto accertato, la droga destinata al mercato salentino, originariamente prodotta in Sud America, giungeva in Olanda, precisamente ad Amsterdam, luogo in cui venivano adibiti appartamenti ad hoc per i corrieri, decine di magazzini atti allo stoccaggio della sostanza nonché vari locali-garage per la custodia di autoarticolati ed i mezzi necessari al carico e trasporto. Ingenti quantitativi di cocaina venivano poi importati periodicamente dall’Olanda, sotto la supervisione della figura apicale, il salentino A. G., il quale intratteneva contatti e finanziava i fornitori internazionali. Si occupava, dunque, di curare gli approvvigionamenti dello stupefacente e dirigeva poi i successivi trasporti e le consegne nel Salento, effettuate con sistematica periodicità dai suoi uomini di fiducia.

Questi ultimi, avvalendosi di mezzi di trasporto facenti capo ad una ditta napoletana in cui prestava la propria attività lavorativa Basilicata, acquisito lo stupefacente di provenienza sudamericana dall’Olanda, effettuavano una sosta nel luogo di stoccaggio campano per poi provvedere a consegnarlo nel Salento.

Della distribuzione in provincia si occupava invece, in qualità di organizzatore, Pizzolante, il quale, giunta la sostanza importata, gestiva, per il tramite di alcuni suoi gregari, la successiva consegna agli altri partecipi del sodalizio criminoso. Questi ultimi avrebbero poi provveduto alla cessione dello stupefacente sulle principali piazze di Nardò, Ruffano, Scorrano, Acquarica del Capo, Lecce, Taviano, Taranto.

Mezzi di trasporto modificati e messaggi criptati

Attorno alla struttura centrale si snodava poi l’apporto criminoso di numerosi ed ulteriori soggetti, dediti, a vario titolo, all’acquisizione dello stupefacente ed alla successiva e finale immissione dello stesso sul mercato. Ognuno si distingueva, in ogni caso, a prescindere dal ruolo, per la caratura professionale del proprio operato e le modalità di azione erano minuziosamente approntate. Nulla era lasciato al caso, né i mezzi di trasporto artatamente modificati allo scopo di nascondere la droga, mediante la creazione di sottovani nella cabina di guida ovvero nell’area sottostante i sedili posteriori o il vano portabagagli, né nella comunicazione, con i contatti fra i sodali che avvenivano rigorosamente mediante l’utilizzo di un sistema di telefonia e messaggistica criptata di difficile e complessa decifrazione. Numerose erano le armi nella disponibilità del sodalizio criminoso, occultate all’interno di fabbricati o proprietà immobiliari, come pure molteplici erano gli edifici adibiti a locali di stoccaggio dello stupefacente presenti, su suolo olandese così come salentino.

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