PORTO CESAREO (Lecce) – Va soprattutto a “pesca di emozioni” Salvatore My, 58 anni, di Porto Cesareo, titolare di un’attività sul posto e appassionato, da sempre, del mare e delle sensazioni che esso regala.
Basti pensare che una decina di anni fa ha organizzato una gara di pesca al calamaro promuovendo, al contempo, l’idea di una pesca aperta a tutti, anche a persone diversamente abili.
E proprio nel corso di una delle sue battute, in questi giorni, si è imbattuto in quella che si dice una pesca davvero fortunata e anche piuttosto singolare, un pesce luna.
Una cattura che ha regalato grandi emozioni e un po’ di fatica, di almeno un quintale di peso, a giudicare dalle dimensioni, tornato libero subito dopo.
Sì, perché My, che è vicepresidente dell’associazione diportisti di Porto Cesareo e che persegue l’idea di una pesca sana, non solo rispettosa delle regole ma anche del mare stesso, delle sue risorse e del suo delicato ecosistema, ha deciso di lasciarlo tornare alle onde, dopo aver provato la sensazione appagante di aver avuto una giornata fortunata. Non è così frequente, infatti, che un pesce luna abbocchi con il metodo della pesca a canna. “All’inizio, infatti, pensavo di essermi incagliato”, racconta.
My, secondo le regole del settore, non può destinare al mercato il suo pescato, ma solo al consumo personale. “Noi diportisti rispettiamo le regole, che prevedono massimo 5 kg a pesca oppure la cattura di un’unica preda senza limiti di peso. All’interno dell’area protetta, poi, le regole sono ancora più stringenti. C’è però tanta gente che elude le norme”. Li chiama “bracconieri del mare”, My. Loro, a differenza di quanti pescano per sport e passione, non vanno a cerca di emozioni, ma di prede.