PORTO CESAREO/NARDÒ (Lecce) – Un territorio da proteggere. La mano dell’uomo rischia sempre di rovinare e guastare il delicato equilibrio naturale. Così negli ultimi giorni tra Porto Cesareo e Nardò sono stati individuati già due abbandoni illeciti di rifiuti. E l’estate non è neppure iniziata. La buona notizia è che i cittadini segnalano e denunciano. A riprova del fatto che, al di là degli incivili, c’è una sensibilità diffusa sul tema.
PORTO CESAREO
Ci sono elettrodomestici e materassi vecchi, sacchi pieni di non si sa cosa e bacinelle di plastica, cartoni e secchi. Tutto abbandonato a formare una montagna di rifiuti in zona Lido degli Angeli, a Porto Cesareo, a ridosso del bosco che costeggia la sp340. Una zona paesaggisticamente di rilievo.
Dopo diverse segnalazioni, il Nucleo Guardie Zoofile Agriambiente di Nardò ha effettuato un sopralluogo e sarebbero stati rinvenuti degli indizi per risalire ai responsabili. Del fatto sono stati allertati i Carabinieri di Porto Cesareo e il Comando di Polizia Locale, con la consegna degli elementi utili alla identificazione dei presunti autori del misfatto.
“Ricordiamo che l’area è all’interno di un Parco Naturale Protetto che dovrebbe essere costantemente vigilato perché soggetto a continui soprusi da parte di cittadini non rispettosi dell’ambiente e della natura. Non è raro infatti che, durante il periodo invernale si verifichino furti di legna ricavati dagli alberi presenti”, rilevano le Giardie zoofile.
Stamattina, a testimonianza della sensibilità esistente sul tema, un runner ha nuovamente segnalato la presenza della discarica all’associazione Lido Degli Angeli, vera e propria sentinella del territorio. Il presidente Andrea Greco ha sollecitato le autorità competenti alla rimozione “affinché possa evitarsi la diffusione dei rifiuti nell’ambiente circostante e la relativa contaminazione anche del corso d’acqua attiguo, scongiurando ulteriori danni per la salute dei cittadini e per l’ambiente”. Il presidente chiede pure che la zona sia dotata “di infrastrutture tecnologiche (telecamere ad infrarosso ad alta definizione) atte ad avere un monitoraggio continuo del territorio e che possano essere di supporto alle autorità nel perseguire tali atti”. Compito che già assolve l’Area marina protetta con il sistema di videosorveglianza a visione notturna e diurna installato sulle Torri costiere che controlla costantemente il territorio. In casi del genere, comunque, il troppo non stroppia. Più si monitora meno si verificano scempi del genere.
“Siamo inoltre certi – rileva Greco – che solo un atteggiamento di cittadinanza attiva, in stretta collaborazione con autorità ed enti, possa aiutarci a salvaguardare il nostro territorio da simili scempi. Vi terremo aggiornati”.
NARDÒ
Altra zona altro scempio. Due giorni fa le Guardie Gev Endas con l’ausilio delle Guardie Zoofile Agriambiente di Nardò hanno effettuato un sopralluogo di accertamento in una strada che costeggia il Parco Regionale di Porto Selvaggio: ignoti avevano scaricato diversi sacchi con all’interno rifiuti di vario tipo.
Tra la spazzatura sarebbero stati rinvenuti diversi elementi identificativi riconducibili agli autori dell’abbandono. Sono due, pertanto, i soggetti individuati, entrambi del posto, sanzionati amministrativamente per la violazione dell’ordinanza nr. 114, per un importo totale pari a 1000 euro. Le GEV ENDAS, convenzionate con il Comune di Nardò, con l’arrivo dell’estate hanno ripreso la loro attività di vigilanza ambientale, il coordinatore Giuseppe Albanese e la GEV Antonio Russo promettono che gli sporcaccioni non avranno vita facile, i controlli saranno continui con particolare attenzione al fenomeno dell’abbandono di rifiuti. “L’ambiente va rispettato e tutelato specialmente se, come in questo caso, ad essere preso di mira sono luoghi come il Parco Regionale di Porto Selvaggio”, si afferma in una nota.
Entrambi i casi dimostrano come il monitoraggio continuo da parte delle istituzioni, il senso civico dei cittadini e l’impegno delle associazioni possano costituire un argine efficace all’attitudine di taluni a compiere ignobili atti nei confronti di un territorio prezioso che va tutelato e che appartiene a chiunque.