LECCE – Un modello di turismo sostenibile e virtuoso, che sia rispettoso della dignità del lavoratore. Che esso sia possibile anche in Italia – e nel Salento, una delle mete privilegiate per arrivi da ogni parte del mondo – è prima di tutto una sfida, che la Filcams Cgil intende portare avanti, con l’aiuto di un camper, e vincere, nonostante ogni anno si registrino vertenze nel comparto e nonostante si abbia chiara la percezione di un sommerso che stenta ancora ad emergere, nonostante gli sforzi.
Il tema è caldissimo, con gli operatori del settore che lamentano sempre più di non riuscire a trovare personale e quest’ultimo che, in varie forme e con vari mezzi, fa chiaramente capire che l’aria è cambiata. Detto in altri termini: di giovani che si lascino sfruttare per 500 euro al mese lavorando 12 ore non ce ne sono più così tanti. Una inversione di tendenza, finalmente, che fa onore a una intera generazione. E il reddito di cittadinanza non c’entra o c’entra poco, esso ha solo avuto, pur con tutte le lacune del caso, il merito di far emergere una realtà.
Con questi temi in agenda il camper di “Il nostro turismo – Destinazione Sud” ha fatto tappa oggi nel Salento. Giunto a Lecce dopo aver attraversato la Puglia, l’ufficio mobile del sindacato ha stazionato a Santa Cesarea Terme, per offrire informazioni e consulenza sull’applicazione del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl), su diritti e sicurezza del lavoro, assistenza fiscale (dichiarazione dei redditi, Isee, Assegno Unico) e previdenziale. “Destinazione Sud” è la declinazione meridionale della campagna nazionale “Il nostro turismo”, lanciata dalla Filcams Cgil, il sindacato che tutela i diritti dei lavoratori del turismo. I sindacalisti della segreteria provinciale hanno avuto due obiettivi: innanzitutto l’ascolto della cittadinanza, del mondo del lavoro e del turismo, ma hanno anche offerto la proposta e le soluzioni per un turismo a misura di lavoratrici e lavoratori, per lo sviluppo sostenibile del territorio.
Il segretario generale della Filcams Cgil Lecce, Mirko Moscaggiuri, è rimasto soddisfatto della iniziativa: “Abbiamo potuto ricevere diversi lavoratori, ma anche cittadini e turisti. Abbiamo raccontato loro le nostre idee e raccolto le loro istanze. I lavoratori vogliono nulla di più rispetto a quel che è il loro diritto: un salario adeguato alla prestazione lavorativa, il riposo settimanale, il diritto alla conciliazione vita privata-lavoro”, spiega il sindacalista. “Purtroppo nel Salento la realtà occupazionale del turismo non sempre brilla sul terreno dei diritti. Ecco perché la Filcams spinge per la definizione di un nuovo modello di turismo inclusivo e sostenibile, che punti alla qualità del lavoro e dell’offerta, passando necessariamente per il rinnovo e la corretta applicazione dei contratti nazionali di lavoro. Un modello che deve superare la precarietà dilagante e valorizzare le professionalità impiegate”.
Il sogno in principio era quello di trasformare il Salento in una specie di Florida, ma la realtà ha visto la ricchezza concentrarsi nelle mani di pochi imprenditori e il peso dello sviluppo del settore sulle spalle di lavoratori stremati, sottopagati, sfruttati e spremuti come spugne per stipendi poco più che da fame, parte dei quali – o completamente – elargiti in nero. E la situazione oggi continua a essere a tinte forti. “Ogni anno – prosegue – registriamo un altissimo numero di vertenze individuali nel comparto turistico. Persone che vengono da noi stremate dall’eccessivo carico di lavoro, svilite da paghe non dignitose, umiliate da contratti regolari solo sulla carta. Il turismo può essere il pilastro dell’economia locale solo se garantisce diritti e dignità a ciascun operatore e se riesce a distribuire l’enorme ricchezza che produce; non possiamo accontentarci di un modello perdente, che svilisce il lavoro e concentra il reddito in poche mani acuendo le disuguaglianze sociali”.