PORTO CESAREO (Lecce) – Sono passati tre anni da quando l’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, una delle più importanti d’Italia, ha ottenuto la CETS – Certificazione Turismo Sostenibile. Molto di più di un patentino di qualità, riconosciuto in ambito internazionale.
Si tratta infatti di un viaggio a tappe, un progetto avviato molto più di tre anni fa, che è ancora in itinere, e guarda al futuro passo dopo passo, obiettivo dopo obiettivo. Gli operatori si sono incontrati in modalità remota per fare il punto sulla situazione.
“La CETS, con il suo carattere volontario, il suo ambito definito e i suoi obiettivi chiari, è un supporto molto efficace agli strumenti di partecipazione pubblica che già la legge italiana prevede. La Carta, quindi, risponde ad un bisogno reale sentito dagli enti di gestione dei parchi – spiega il direttore di AMP, Paolo D’Ambrosio -. La nostra Area Marina conta 17mila ettari di mare, tre Siti d’Interesse Comunitario e due parchi terrestri, attraverso questa certificazione garantiamo possibilità e servizi vari e tutti di alta qualità, diversificando l’offerta e ponendoci davanti obiettivi sempre nuovi”.
E quindi turismo subacqueo, pesca turismo, stage d’apnea, taxi boat, turismo scolastico-culturale, percorso museale, contrasto all’erosione costiera, percorsi naturalistici, concorso di fotografia subacquea e altre proposte all’insegna del valore e della destagionalizzazione, in collaborazione con il Centro di Educazione Ambientale.
Prossimo step “un’ulteriore certificazione di qualità per gli operatori turistici – aggiunge D’Ambrosio -, con corsi di formazione per il personale a contratto delle strutture ricettive”. E già l’offerta degli operatori racconta di un salto di qualità d’eccezione, dal 2018 (anno in cui è stata ottenuta la CETS) a oggi.
“Noi ad esempio, portiamo la gente a conoscere i misteri e le ricchezze del mare, facendo diventare i clienti protagonisti – racconta Giovanni Colelli, timoniere del servizio di pesca turismo -. A bordo della nostra imbarcazione si pesca, poi si prepara e si mangia il pescato, si conoscono le peculiarità enogastronomiche e le bellezze paesaggistiche della nostra terra. In sintesi, vendiamo un’esperienza ad alto tasso emozionale”.
La collaborazione tra anime diverse, dalle istituzioni all’Amp al Cea, fino ai pescatori, agli operatori turistici e commerciali, ai cittadini e alle strutture ricettive ha consentito di garantire un tipo di turismo “della sussidiarietà – come lo definisce, Marco Greco, dell’Ufficio Parco del Comune di Porto Cesareo -. Questo perché ognuno svolge il suo ruolo, a incastro con gli altri, volontari compresi”.
Anche la figura della guida turistica è cambiata. “Empatizziamo prima con la natura poi col turista – conferma Gabriella Battaglia di Salento Open Tour – e forniamo la chiave per aprire al mondo del turismo lento, originario, esperienziale, all’insegna della eco sostenibilità. E infatti usiamo l’ape calessino, mezzi a pannelli solari, piccoli bus scoperti a 20 posti, bici elettriche e mezzi di mobilità sostenibile”.
Open tourism, dunque “ovvero prendere le esperienze di tutti – spiega Luciana Muscogiuri di AMP – metterle insieme fare rete per orientare al meglio le scelte dei turisti. Tre anni fa abbiamo ottenuto la CETS dopo due anni di lavoro e programmazione. Ma non siamo davanti a un punto d’arrivo. Siamo su un trampolino che ci consentirà di saltare verso nuovi e ancor più ambiziosi obiettivi”.