NARDÒ (Lecce) – La questione della condotta sottomarina è tornata – a sorpresa, essendo un progetto ormai archiviato – ad animare il dibattito politico neretino nelle ultime ore, con uno scontro tra i sostenitori di Mellone e quelli del candidato sindaco Falangone. Ora, però, in due interventi distinti, la parlamentare M5S Soave Alemanno – che nella sua interrogazione aveva fatto cenno alla condotta – e il vicepresidente del Consiglio regionale, il pentastellato Cristian Casili, provano a chiarire.
La deputata pentastellata Soave Alemanno ha fatto sapere che il suo intervento contemplava “un atto di controllo e richiesta informazioni che proprio per la sua natura ispettiva non prevede alcuna proposta attuativa, al contrario si basa sulla necessità di accertare alla luce dell’intervento del commissario e degli enti competenti quale sia attualmente lo stato dell’arte sui lavori per scongiurare ulteriori danni di tipo economico e ambientale all’Italia e soprattutto alla nostra amata zona neretina”.
In sostanza, “non si tratta dunque di spingere per alcun tipo di depurazione o di progetto in particolare, stiamo solo chiedendo al Ministero di prendere posizione e spiegarne le motivazioni, per la salute del nostro territorio. Di certo dopo che l’agosto scorso il Ministero dell’Ambiente ha dato parere negativo alla realizzazione di quello che i tecnici chiamano “sistema a scarico zero”, per il problema di Nardò-Porto Cesareo siamo rimasti in attesa da troppo tempo di conoscere quali soluzioni fattibili l’amministrazione Mellone, insieme alla Regione, intenderà adottare per evitare che il nostro mare continui ad essere ricettacolo di reflui in battigia”.
A detta della parlamentare M5S, “con molto realismo, dovremmo prendere atto che l’attuale progetto non è più un percorso perseguibile nonostante le spese sostenute per tutti gli adeguamenti degli impianti, comprese anche quelle precedenti per gli studi di fattibilità della realizzazione della condotta sottomarina precedentemente auspicata e mai realizzata, milioni di euro spesi che non hanno dato alcun frutto tangibile, corrispondendo ad un ulteriore danno alle casse dello Stato”.
Interviene quindi anche il pentastellato Cristian Casili: “Nel 2021 la strada giusta non può essere quella del ricorso semplicistico alla condotta sottomarina senza sforzarsi di recuperare un bene primario per il Salento sitibondo, in cui la quantità d’acqua a disposizione è sempre più esigua. In questi anni mi sono fatto promotore di progetti come il riuso delle cave dismesse per trasformarle in biolaghi, cercando di recuperare quanta più acqua possibile dai nostri depuratori”, puntualizza, specificando anche che “il pensiero archeologico dello spreco in mare di quella che deve essere una risorsa preziosa, deve lasciare spazio a progetti che possano valorizzarne gli utilizzi”. Un approccio, argomenta Casili, “condiviso dall’On Soave Alemanno e dal nostro candidato sindaco Carlo Falangone che non hanno mai manifestato l’intenzione del ricorso alla condotta sottomarina”.
“Come è risaputo – spiega – non sono affezionato a improbabili realizzazioni, e sono dell’opinione che se necessario va mantenuto uno scarico di emergenza in battigia. Vedi quanto fatto a Fasano con il lago delle Forcatelle uno dei più avanzati impianti di depurazione e affinamento delle acque reflue d’Europa.
Si deve fare il possibile però per garantire il recupero delle acque per consentire al nostro territorio di ricostruire un paesaggio devastato dalla Xylella e questo lo si può fare se c’è fonte irrigua. Ritengo sia fondamentale percorrere tutte le strade possibili per consentire, previo studio e analisi dei progetti, di ripascere le nostre falde alimentandole con acqua che non sia quella del mare come avviene oggi. Non ho assolutamente condiviso l’approccio del Ministero perché si sono trascurati tutti questi aspetti che stanno desertificando un intero territorio. Chiedo pertanto a tutti di riflettere, lasciando da parte i contrasti per contribuire a dotare quanto prima possibile i nostri territori del sistema di depurazione più efficiente tutelando il mare e il suolo”.