LECCE – Sobria cerimonia stamattina, nel Giardino delle Rimembranze della Questura, per il 169esimo anniversario della Polizia di Stato, con la deposizione di una corona d’alloro al monumento dei caduti, alla presenza del Questore, Andrea Valentino, e della prefetta, Maria Rosa Trio.
Si tratta della seconda in piena pandemia. Una ricorrenza particolare, in questo 2021 ancora nel segno del covid, in quanto proprio quest’anno si celebrano i 40 anni della riforma che ha trasformato la Polizia di Stato da corpo militare a forza civile, dando anche alle donne la possibilità di avere pari opportunità di carriera.
L’occasione è stata utile anche per tracciare un bilancio di un momento certo non semplice per le forze dell’ordine, con la Polizia impegnata su quella linea di “rigore, umanità e buon senso” che costituisce la direttrice su cui muoversi anche in occasione di manifestazioni e contestazioni di irregolarità. Gli agenti sono impegnati, poi, “nelle scorte ai vaccini, nella vigilanza ai luoghi in cui sono custoditi e nei posti in cui si somministrano al fine di evitare assembramenti”.
Un lavoro complicato, con le preoccupazioni – ha sottolineato il Questore in una conferenza stampa online – che si sono accentuate soprattutto in estate, tra voglia dei cittadini di divertirsi ed esigenza delle forze dell’ordine di controllare le spiagge e i luoghi del divertimento. A tutto questo vanno poi ad aggiungersi anche gli altri momenti potenzialmente critici dal punto di vista del rispetto delle norme covid e delle possibili tensioni.
“Il Salento è anche terra di sbarchi – ha ricordato il Questore – e c’è un grandissimo lavoro del pool, con visite immediate, l’effettuazione dei tamponi, l’identificazione e la sistemazione dei migranti, il tutto svolto quasi in silenzio e anche con l’arresto degli scafisti”. E poi le manifestazioni di protesta contro le restrizioni, “un diritto sacrosanto anche in zona rossa seppur in forma statica e con il rispetto delle norme covid”. Finora, da questo punto di vista, qui a Lecce non si sono verificati particolari problemi, anche quando sono scesi in piazza gli ambulanti. Questo grazie anche all’opera di interlocuzione che si svolge nei giorni precedenti alla protesta.
La sfida, in casi di espressioni di dissenso, è quella, di “riuscire a individuare tra i manifestanti chi sta lì per altri motivi”, ovvero eventuali infiltrati che possano generare disordini.
L’infrazione maggiormente rilevata, in questo tempo di emergenza sanitaria, è sicuramente quella relativa all’uso della mascherina, che è anche la più semplice da contestare, ha spiegato ancora il Questore, abituato da sempre a stare in prima linea. E nel frattempo l’attività ordinaria di contrasto al crimine, anche con operazioni importanti, è comunque proseguita.
In vista delle possibili e auspicabili riaperture, “saremo pronti e attenti nei punti critici”, ha spiegato. A suo avviso, in ogni caso, tre condizioni permarranno ancora per un po’: “Obbligo della mascherina, distanziamento e divieto di assembramenti”. Con un ritorno alla normalità che, al momento, appare lontano.