SURBO/TREPUZZI – A seguito dell’inchiesta All Black con cui finanzieri e carabinieri – coordinati dalla Dda di Lecce – hanno scoperto un ingente traffico di rifiuti prevalentemente dalla Campania verso aree delle province di Lecce di Taranto, i sindaci di Trepuzzi, Giuseppe Taurino, e di Surbo, Oronzo Trio, hanno siglato una nota congiunta, mossi dalla preoccupazione della tutela ambientale dei loro territori e della salute delle comunità che guidano.
Un quadro di estrema gravità per quanto riguarda le conseguenze ambientali, quello emerso dagli accertamenti investigativi, essendo state smaltite, e sempre in maniera illecita, oltre 600 tonnellate di rifiuti speciali, di cui almeno 142 tonnellate rientranti nella categoria “pericolosi”. Complessivamente sono 28 i conferimenti illeciti documentati e individuati.
“Chiederemo immediatamente un incontro al Procuratore Capo della Repubblica di Lecce dott. Leonardo Leone De Castris – evidenziano – per valutare tutte le azioni opportune da intraprendere. Al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano rivolgiamo un appello perché attivi immediatamente un monitoraggio dei territori interessati dai disastri ambientali di cui abbiamo avuto notizia dalla stampa e che interesserebbero l’area confinante con i centri urbani di Surbo e Trepuzzi”.
E non è tutto. “Alla Regione Puglia, all’Arpa e all’ASL e chiediamo di attivare i controlli sanitari necessari per la verifica dello stato dei luoghi e dei rischi di ricaduta sulla salute delle comunità interessate. I Comuni di Surbo e Trepuzzi inoltre si costituiranno nei giudizi che saranno intentati in merito ai fatti indicati”.
I primi due cittadini rivolgono poi un ringraziamento ai colleghi dell’Unione dei Comuni del Nord Salento e al Presidente Marco De Luca, Sindaco di Novoli, “per la sensibilità dimostrata sulle questioni ambientali sollevate in sede istituzionale”.
Non c’è solo la questione delle risultanze dell’inchiesta All Black ad animare il dibattito politico – con il suo carico di preoccupazione relativo ai rifiuti interrati e stoccati in strutture abbandonate prima di essere dati alle fiamme, come emerso dal lavoro degli organi inquirenti – ma anche la questione dell’impianto di compostaggio e, nello specifico, della sua ubicazione.
Impianto di compostaggio: le posizioni
“Si precisa che la proposta dei Comuni interessati, i quali avevano indicato come possibile sito per la realizzazione dell’impianto di compostaggio l’area collocata, sempre nel Nord Salento, in località “Masseria Gagliardi” – si legge in una nota dell’Unione dei Comuni del Nord Salento – è stata respinta a seguito dell’istruttoria redatta dal Comune di Lecce. Allo stesso modo, l’area individuata dal Comune capoluogo come idonea, nello specifico in località “Masseria Ghetta”, veniva bocciata dall’Unione dei Comuni del Nord Salento perché prossima ai centri urbani di Surbo, Trepuzzi e Squinzano”.
Non c’è solo la vicinanza alla zona abitata, ma anche un’altra motivazione: “Quei terreni, come riportato dalle notizie di cronaca, sono oggetto di indagine dopo che nelle aree confinanti con località Parachianca, sono stati ritrovati rifiuti altamente pericolosi interrati. Questo fatto, se accertato, aprirebbe un nuovo scenario sulla situazione ambientale del Nord Salento, già stressato da insediamenti ad alto rischio e impatto ecologico”, evidenziano.
In ogni caso, l’Unione “ribadisce la propria volontà a collaborare con gli Enti preposti (Regione, AGER, Comune di Lecce) individuando soluzioni condivise, che nulla hanno a che vedere con quelle al momento avanzate dal Comune di Lecce”.
Da parte sua, il sindaco di Lecce Carlo Salvemini ha evidenziato: “Dall’analisi territoriale di compatibilità del sito con i criteri localizzativi del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGPRU) della Regione Puglia, risultano diverse caratteristiche escludenti. Dei tre siti posti sul territorio leccese sui quali il Comune di Lecce ha effettuato l’istruttoria su mandato dell’Unione dei Comuni del Nord Salento (Gagliardi, Ghietta, Carmeli), Masseria Gagliardi risulta il meno indicato per la realizzazione di un impianto di gestione Forsu“.
“Se ci sono Comuni del Nord Salento, o la stessa Unione – ribadisce – che intendono fornire ulteriori proposte localizzative, su un territorio diverso da quello leccese, siamo ancora in tempo per consentire alla Regione Puglia di scegliere il miglior sito possibile. Da parte mia sostengo, come ho fatto fin dall’inizio, l’assoluto interesse pubblico alla chiusura del ciclo dei rifiuti, sia per ragioni ambientali che per evitare ai nostri concittadini di continuare a sostenere nella bolletta Tari gli ingenti costi di trattamento e trasporto della frazione organica verso altri impianti, distanti dal nostro territorio. Per questo motivo da sindaco mi sono assunto la responsabilità di offrire la disponibilità a realizzare un impianto sul territorio del Comune di Lecce”.