PORTO CESAREO (Lecce) – Legambiente si dice pronta “a tutelare le ragioni della comunità cesarina nelle sedi giudiziarie competenti“ in caso di mancato “sollecito riscontro” alla formale diffida ad adempiere presentata nei confronti della Regione Puglia.
In prima fila nella battaglia per la rete fognaria di Porto Cesareo già dal 2014 – è di quell’anno una raccolta firme che durò tutta l’estate e che poi venne consegnata all’allora presidente Nichi Vendola – l’associazione del cigno verde torna a sottolineare che “da oltre un anno il primo lotto, che serve il centro cittadino, è terminato con relativo collaudo del depuratore”.
E, pertanto, “non si capisce come mai la Regione ritardi il rilascio della relativa e obbligatoria autorizzazione, indispensabile per attivare l’impianto di depurazione e garantire, perciò, un servizio essenziale alla comunità e al rispetto della salute pubblica e dell’ambiente”, afferma il presidente del locale circolo ambientalista Luigi Massimiliano Aquaro.
La vicenda è antica, la battaglia pure. “Legambiente Porto Cesareo nel 2014, d’intesa con Legambiente nazionale, dopo varie manifestazioni e istanze, fece inserire nel Decreto Sblocca Futuro la realizzazione della rete fognante di Porto Cesareo”, ricorda Aquaro. Oggi, appunto, il primo lotto dell’impianto è terminato ma lo stallo permane. A monte ci sono questioni burocratiche e politiche, che vanno dal “no” di Nardò allo scarico a mare al “no” del Ministero al progetto “Scarico Zero” portato avanti da Mellone e dalla giunta. Con relativo ricorso della Regione e sospensiva data dal Tar. Oggi, con il sit-in organizzato dal Movimento Regione Salento le cui ragioni sono state condivise dall’amministrazione comunale e dalle associazioni, si è tornato a chiedere l’entrata in funzione del nuovo depuratore. “Una battaglia di civiltà”, si è detto.
In ogni caso, come sottolinea Aquaro, “a causa di questi ritardi siamo stati oggetto di due procedure d’infrazione, sentenziate dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea con le condanne del 2014 e del 2017, con ulteriori costi a carico dei contribuenti, rei di non avere ancora una rete fognante, per gravi colpe addebitabili solo ed esclusivamente ai politici di turno, che per oltre 40 anni, nonostante la spesa di miliardi di lire prima e di milioni di euro dopo, hanno mancato spudoratamente il traguardo”.
Legambiente è convinta che i tempi siano ormai maturi e considerato lo stato dell’arte dell’opera, con la manifestazione odierna, tenutasi presso il depuratore di Porto Cesareo, insieme ai rappresentanti istituzionali, cittadini e diverse associazioni, “chiede a gran voce l’immediata attivazione del depuratore di Porto Cesareo“.
L’associazione di difesa dell’ambiente, come detto, ha diffidato la Regione Puglia, l’Acquedotto Pugliese e il Commissario Straordinario Unico di Governo a adempiere ai loro compiti. In mancanza di un sollecito riscontro a tale diffida, Legambiente si vedrà costretta, ha quindi specificato Aquaro in una nota, “a tutelare le ragioni della comunità cesarina nelle sedi giudiziarie competenti“.