PORTO CESAREO (Lecce) – “L’impianto sia attivato, i lavori del primo lotto sono conclusi”. Sul completamento della rete fognaria di Porto Cesareo non ci sono solo gli appelli della politica. In prima fila, a sollecitare la Regione a sbloccare lo stallo, ora anche con formale diffida, c’è anche il circolo locale di Legambiente, il cui presidente, Luigi Massimiliano Aquaro, parla di problema ambientale e sanitario.
Oltre che, si intende, di immagine per una località balneare che, nel periodo estivo, vede fortemente incrementare il numero di presenze sul territorio e che registra, tra l’altro, la presenza di un’area marina protetta. Un territorio da tutelare e proteggere.
“Legambiente – dice Aquaro – da sempre attenta allo spreco delle risorse naturali è fortemente convinta che è sicuramente utile recuperare le acque reflue depurate e destinarle, perciò, ad usi come l’irriguo, il civile, l’industriale e altri. Allo stato attuale, però, per Porto Cesareo, vi è un dettaglio per niente irrilevante, che va urgentemente risolto. Da quanto è dato sapere infatti, la maggior parte d’acqua erogata da Acquedotto Pugliese si perde per “strada”. Ciò vuol dire che la restante parte (troppa), ormai liquame, si perde nel sottosuolo e naturalmente in mare, e considerato che l’abitato di Porto Cesareo è tutto sul livello del mare, si può immaginare cosa accade. Per questo, nelle more di un nuovo e più performante impianto di recupero e riutilizzo delle acque reflue depurate, da impiegare anche in agricoltura, è urgentissimo attivare l’impianto realizzato di recente, onde evitare che il danno ambientale e sanitario in atto diventi irreversibile”.
“I lavori del primo lotto della rete fognaria di Porto Cesareo, che depura le acque reflue del centro cittadino, sono conclusi, allacciati e già collaudati – sollecita Aquaro – Legambiente Porto Cesareo chiede, quindi, cosa aspetta la Regione a far partire l’impianto, perché non si rispetta la legge che obbliga la regione e i suoi Uffici a rilasciare la prescritta autorizzazione, quali provvedimenti ha adottato il Commissario di Governo in merito a questo inspiegabile stallo, chi paga le pesanti sanzioni della procedura di infrazione europea a causa della mancata attivazione della rete fognaria”. Il presidente degli ambientalisti cesarini chiede, ancora, se a pagare debbano essere “i contribuenti pugliesi o i residenti di Porto Cesareo” e, soprattutto, “chi pagherà il danno ambientale? Di chi sarà la responsabilità per l’eventuale ricaduta negativa sulla economia locale a causa del potenziale, quanto reale, inquinamento della falda e quindi del mare?”.
La questione è, dunque, se la Regione “è consapevole che basterebbe avviare la depurazione del primo lotto, già terminato, per evitare la suddetta ingente sanzione europea”. L’ente ha, infatti, “deliberato e approvato un progetto esecutivo con il quale, finiti i lavori ( come nel caso del succitato primo lotto), si è obbligata, ex lege, al rilascio della suddetta autorizzazione. Si tratta di semplice ritardo?”. In sostanza, secondo Legambiente, sono “ingiustificati” i ritardi, di natura politica, che ancora costringono Porto Cesareo, area “caratterizzata da aree protette nazionali e regionali, numerosi siti di interesse comunitario, tante imprese turistiche” a fare i conti con la necessità di avere un servizio essenziale come quello della rete fognaria.
“A tal riguardo è stata già recapitata una formale diffida di Legambiente nei confronti della Regione Puglia e del Commissario straordinario del Governo per il rispetto degli obblighi di legge, sanciti dal DLGS 152/ 2006″, fa sapere Aquaro. Sperando che la situazione – che vede anche la posizione irremovibile del Comune di Nardò sullo scarico zero – si sblocchi.