Contributo a cura di Federica Quarta, dott.ssa in psicologia e neuroscienze.
Comprereste mai del pane da un panettiere maleducato? Tornereste mai in un albergo che ha l’ingresso in marmo e il retro sporco e maleodorante? Ricordate il pannello pubblicitario visto all’incrocio mentre stavate guidando? L’uomo pensa, prova emozioni e prende decisioni grazie all’attivazione di determinate aree cerebrali e il neuro marketing studia proprio questo. Infatti, è una branca della psicologia del marketing che studia le aree cerebrali che si attivano quando una persona deve decidere se acquistare un prodotto/servizio,
se entrare in un negozio, se navigare su un e-commerce, ecc. Ma come mai è utile integrare neuroscienze, psicologia e marketing? Nelle tradizionali ricerche di mercato, le persone rispondono alle domande in base a ciò che viene socialmente accettato per paura dei pregiudizi e delle critiche. Ma, in questo modo, ciò che le persone dicono di pensare non è quello che pensano realmente. Le tecniche neuroscientifiche applicate al marketing permettono di capire ad esempio che tipo di caratteristiche deve avere un prodotto per catturare l’attenzione del cliente, per scatenare la sua pulsione di acquisto e per farlo tornare nel nostro negozio.
Questo non vuol dire che lo psicologo debba sostituire i marketers, ma al contrario li affianca integrando le tecniche tradizionali di marketing con quelle delle neuroscienze e della psicologia. Vi è mai capitato di entrare in un negozio perché vi serviva un paio di jeans, ma poi uscite con due magliette, una borsa, un paio di scarpe, due giacche, un ombrello, e … ah giusto anche i jeans? Questo accade perché i nostri acquisti non sempre sono consapevoli, anzi sono guidati da emozioni e bisogni, che vanno dalla sopravvivenza (comprare
pane e acqua) all’immagine di sé (comprare l’ultimo modello dell’ iPhone).