LECCE – Pioggia di multe ma anche di polemiche. A scatenarle i photored installati dal 19 gennaio scorso su alcuni viali cittadini, a Lecce. Gli apparecchi rilevano non solo il passaggio con il rosso, ma anche l’errata corsia. E le sanzioni hanno colpito inesorabilmente gli automobilisti distratti. Il centrodestra non ha esitato a parlare di logiche vessatorie, più che di esigenze di sicurezza. Ma anche all’interno del centrosinistra non sono mancate le prese di posizione e le argomentazioni dialettiche.
I consiglieri Pierpaolo Patti, capogruppo di Progetto città, e Antonio Rotundo, capogruppo Pd, hanno infatti presentato una mozione per chiedere che sia sospeso, nelle more delle determinazioni del dirigente, “il controllo automatico delle infrazioni per errata corsia lasciando il photored solo per il rilevamenti delle infrazioni per il passaggio con il rosso”.
Questo alla luce di un dato di fatto che fa riflettere, ovvero che “la quasi totalità delle sanzioni per errata corsia, precisamente il 97 per cento, sono riferite ad un solo incrocio, quello di viale Grassi con via Monteroni”. Una situazione che merita un approfondimento.
Infatti, come evidenziano Patti e Rotundo, quell’incrocio rappresenterebbe “una evidente anomalia, documentabile anche con foto satellitari che rendono ben visibile l’incongruenza”. E questo perché “la linea retta per l’automobilista che voglia proseguire dritto non coincide con quella indicata dalla segnaletica ma con quella della svolta, comportando quindi che l’automobilista incappi automaticamente nella infrazione di errata corsia”.
Inoltre, il gran numero di automobili parcheggiate ai lati della carreggiata su viale Grassi implica la frequente necessità di uno spostamento. E va detto che il sindaco Carlo Salvemini, prendendo atto dei dati, ha scritto al comandante della Polizia locale per chiedergli di verificare se i verbali siano riconducibili ad errato funzionamento del sistema photored utilizzato o a una poco chiara segnaletica verticale e orizzontale. E se – conseguentemente – esistano i presupposti per il ritiro in autotutela dei verbali emessi.
Come spiega chiaramente Patti, l’alto numero di sanzioni – su 9317 sanzioni rilevate tra il 19 gennaio e l’11 marzo 8082 sono riferibili all’incrocio di viale Grassi – non è solo una questione di automobilisti indisciplinati, “in quanto, in tale ipotesi, avremmo avuto più o meno lo stesso numero di rilevamenti su tutte e sei le intersezioni semaforizzate interessate dalla posa in opera del rilevatore automatico”, spiega Patti. Pertanto, si tratta di una evidente anomalia.
“Non si tratta solo di non voler vessare i cittadini, in caso di induzione in comportamenti censurabili, ma anche di cura delle finanze pubbliche, atteso che, in caso di impugnativa ed eventuale condanna alle spese, si potrebbero potenzialmente costituire migliaia di debiti fuori bilancio, con ulteriore pregiudizio economico dell’ente”, sottolinea Patti.
Che mette pure in rilievo il dato politico: la scelta di portare la questione in Consiglio Comunale tramite apposita mozione ha chiaramente un significato di “strategia”, evidenzia il capogruppo di Progetto città. Strategia che mira, tra l’altro, a sottrarre tali temi alle “strumentalizzazioni dell’opposizione“, atteso che “la scelta di porre in opera i photored e l’individuazione delle relative intersezioni stradali – specifica – è atto del Dirigente e non dell’organo politico“.