COPERTINO (Lecce) – “Il futuro che si prospetta per il San Giuseppe da Copertino è opaco. Come il suo presente”: il capogruppo di Albanuova Alessandro Nestola chiede chiarezza all’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco. Ma lancia anche una petizione (a questo link, ndr) “apolitica, apartitica, col solo fine di accendere un faro sull’argomento e iniziare un percorso di discussione, per portare all’attenzione della politica regionale la situazione dell’Ospedale di Copertino”. Una petizione che nasce dal dialogo con alcuni amministratori salentini e che punta a coinvolgere anche la comunità, perché “la firma è gratis e il futuro passa anche dalle vostre mani”, spiega rivolgendosi ai cittadini.
Nestola, dunque, chiede risposte con un ragionamento che abbraccia, in genere, l’organizzazione della rete ospedaliera, a fronte di una seconda ondata del coronavirus che ha colpito duramente il Salento evidenziando “tutte le criticità organizzative e strutturali” con “pochi tamponi, tracciamento saltato, casi testati dopo molti giorni”. E, rileva, non è possibile contemplare la presenza di grandi strutture escludendo, di fatto, i piccoli presidi che costituiscono un riferimento per i territori. Soprattutto per le persone anziane e vulnerabili.
“Dalla pandemia o ne usciamo cresciuti in esperienza oppure saremo in forte difficoltà nel gestire una futura situazione critica come questa. E’ evidente che i grossi centri ospedalieri, come quello che dovrà sorgere tra Maglie e Melpignano, non possano escludere la presenza di presidi territoriali efficienti, in grado quindi di dare risposte celeri e concrete alla cittadinanza. Significa personale specializzato, strutture operative, macchinari innovativi e funzionanti, liste d’attesa corte. La gente non si cura più perché non è messa nelle condizioni di farlo“, sottolinea Nestola.
“Medici trasferiti, si diceva temporaneamente, e mai ritornati, reparti allo stremo col personale medico e infermieristico sottodimensionato rispetto al numero di pazienti, ambulatorio di terapia del dolore chiuso perché, improvvisamente, manca l’accreditamento”, evidenzia. Del resto, le criticità al “San Giuseppe” erano state messe in evidenza anche da Fp-Cgil che aveva denunciato come al Fazzi si creasse “un imbuto” anche a causa delle lacune nel nosocomio copertinese.
Nestola, ora, sul presidio cittadino chiede chiarezza. Come la chiede la comunità, che in qualche modo si sente scippata di una sua risorsa, il suo ospedale, che costituiva un importante punto di riferimento.
“Lopalco ed Emiliano sono consapevoli del fatto che la chiusura di quello che era uno degli ambulatori migliori in Puglia per numero di accessi e qualità dei servizi, che si prendeva cura soprattutto degli anziani, i più fragili, i famosi anziani, quelli che in TV diciamo di voler proteggere, si sia tradotta in una totale loro esclusione dai percorsi di cura? Cosa è stato fatto perché l’ambulatorio possa ritornare a funzionare? Ma soprattutto dal 5 Aprile 2020 attendiamo ancora l’attivazione dei posti letto di terapia intensiva donati dalla BCC di Leverano: 200 mila euro in piccola parte raccolti con la campagna di solidarietà “Insieme per Vincere” dei quali si sono perse le tracce. Ricordiamo, per chi volesse trovare scuse, che l’indirizzo di scopo della donazione è il rafforzamento del reparto di Terapia Intensiva dell’Ospedale di Copertino. Ad oggi nulla. Eppure bastano dieci giorni per allestire una Terapia Intensiva”.
Nestola fa cenno anche a episodi di presunti “saccheggi – sembra confermati – delle lampade del tavolo operatorio per spostarle da Copertino a Lecce”, cosa che “non può che indignarci. Ora occorre potenziare ed ottimizzare l’esistente e non creare sgabuzzini inutilizzati e abbandonati“. Insomma, “è arrivato il momento di chiarire e porre rimedio al degrado organizzativo in cui versano le strutture sanitarie salentine, e stabilire scelte politiche chiare in merito al futuro che Lopalco ed Emiliano vogliono progettare per dare una svolta concreta alla Sanità pugliese. Mentre nelle altre ASL si discute di ristrutturazioni da milioni di euro, a Lecce si declassa, si chiude, si costruisce senza tener conto del territorio e delle distanze tra paesi”.
Il capogruppo di Albanuova, con la sua nota, sollecita anche un altro passaggio: “Chiedo a tutti i gruppi politici della Città di Copertino e dei paesi limitrofi di prendere posizione, dicendo da che parte stanno. L’Ospedale è di tutti. La sua chiusura rappresenterà un disagio concreto per un bacino d’utenza importante che, in caso di emergenza, sarà chiamato a scegliere tra Gallipoli, Lecce, Maglie”. Ora, il suo intervento è sfociato in una petizione e ognuno potrà offrire il suo contributo alla causa.