PUGLIA – Sono giornate roventi, in Puglia e nel Salento, con il caldo che soffoca, che prende alla gola, che morde al torace. L’anticiclone africano causa disagio fisico e sofferenza. E se a questo si aggiunge la fatica di un lavoro talvolta duro ed usurante, il micidiale cocktail è servito.
Tre gli episodi significativi degli ultimi giorni, che ripropongono il tema della sicurezza sul lavoro e delle condizioni in cui molti lavoratori operano: Carlo Staiani, 38 anni, ha avuto un malore mentre guidava l’autocisterna sulla provinciale che collega Brindisi a Tuturano. Camara Fantamadi, 27enne originario del Mali, è deceduto per strada, mentre tornava a casa in bicicletta, dal fratello, dopo una giornata di lavoro nei campi. Antonio Valente, 35 anni, di Miggiano, è morto in seguito a un malore in uno dei giorni più caldi del periodo: distribuiva volantini a Galatina.
Alla luce di queste tragedie, il sindaco di Nardò Pippi Mellone ha invitato tutti ad adottare l’ormai nota ordinanza anti-caldo che sul territorio di Nardò, da cinque anni, vieta il lavoro nei campi durante l’estate nelle ore più calde della giornata. Il primo cittadino ha annunciato la volontà di scrivere ai vertici istituzionali ad ogni livello inviando il testo dell’ordinanza, che quest’anno, per la prima volta, è legata al progetto Worklimate di Inail e Cnr. Sul sito web www.worklimate.it, infatti, sono disponibili le mappe nazionali di previsione del rischio di esposizione occupazionale al caldo, che rendono operativo il divieto nei giorni in cui la mappa del rischio, indicata all’indirizzo https://www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta e riferita a “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” (ore 12), indichi un livello di rischio “alto” per il territorio di Nardò.
“Mi permetto di proporne l’estensione alle zone climaticamente esposte e la predisposizione di un sistema di allarme e intervento rapido per i giorni ad altissimo rischio, in modo da poter scongiurare, per quanto possibile, il ripetersi di simili tragedie, che si verificano soprattutto in agricoltura, ma anche in tutte quelle attività non continuative in cui il caldo eccessivo, l’impossibilità di godere di zone d’ombra e giusta idratazione rendono il lavoro bracciantile oltremodo pericoloso. Non lasciamo che la morte di Paola Clemente, Abdullah Mohamed, Camara Fantamadi, Antonio Valente, Carlo Staiani e di chissà quanti uomini e donne prima di loro, siano state vane”, la dichiarazione del sindaco Mellone.
Il governatore pugliese Michele Emiliano si è mosso emanando un’ordinanza per tutelare i lavoratori del settore agricolo nelle giornate particolarmente calde. Il provvedimento stabilisce che “è vietato il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12:30 alle ore 16:00 con efficacia immediata e fino al 31 agosto 2021, sull’intero territorio regionale nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro nel settore agricolo, limitatamente ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/ riferita a: “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” ore 12:00, segnali un livello di rischio alto”.
“La tragedia di Camara Fantamadi, che ci ha addolorato moltissimo, richiedeva una risposta immediata. È la prima volta che una ordinanza del genere viene adottata sul territorio di una intera regione italiana”, il commento di Emiliano.
Provvedimenti giusti, sicuramente. Rimane lo sconcerto per il fatto che nel 2021 ancora si possa morire di lavoro, di caldo, di fatica, di stress. Di lavoro si dovrebbe vivere e non perire.