GALATINA (Lecce) – La festa dei Santi Pietro e Paolo a Galatina è sempre molto attesa dalla comunità. C’è una profonda devozione nei confronti delle due figure, pilastri della cristianità.
Intenso e articolato in diversi momenti il calendario: la processione il 28 giugno, giorno della Vigilia, è uno dei momenti più solenni. Ma nella tre giorni galatinese, coinvolgente è anche il programma civile. Cultura, fede, arte si fondono in un tutt’ uno.
Sono giorni in cui si dà anche ampio spazio alla rievocazione degli antichi riti del tarantismo. E del resto, proprio dal pozzo della cappella di San Paolo attingevano le “pizzicate”, le donne che, in preda a deliri e spasmi, erano vittime, così si raccontava, del morso del ragno, mentre erano intente al raccolto nei campi.
Racconti che si perdono nella notte dei tempi. Oggi sopravvivono le immagini e qualche testimonianza. E, appunto, le ricostruzioni. E la musica. Il ritmo del tamburello, che non ha più connotazioni terapeutiche come una volta, continua però a incantare. Come le luminarie che incorniciano il centro di Galatina.