LECCE – Due auto, una moto, un fabbricato e un bar: questi i beni sequestrati, ai fini della successiva confisca, dagli agenti in servizio presso la Divisione Anticrimine della Questura di Lecce in mattinata, di proprietà o riconducibili ad Antonio Leto, 31enne di Melendugno, uno dei nomi dell’operazione “Final Blow”, scattata a febbraio 2020 nei confronti di esponenti della criminalità organizzata salentina.
L’uomo è ritenuto un esponente emergente con posizione di rilievo all’interno di una delle fazioni più attive nel territorio salentino ed in particolare nella zona costiera di Melendugno. La proposta di applicazione della misura patrimoniale, firmata congiuntamente dal questore Andrea Valentino e dal Procuratore della Repubblica a Lecce dott. Leonardo Leone De Castris, è stata recepita dal decreto emesso dalla Sezione Riesame e Misure di Prevenzione il 20 aprile con firma del Presidente Roberto Tanisi.
L’attenzione degli inquirenti si sarebbe concentrata sul reinvestimento dei capitali, in particolare di quelli che possono essere qualificati frutto di attività illecite, in esercizi commerciali e sul controllo di attività economiche. Un’attività cui, pare, Leto sovrintendesse, grazie alla collaborazione di suoi familiari e di terzi intestatari.
Nel corso degli approfondimenti sarebbe stata accertata la sproporzione tra patrimonio e reddito dell’uomo mediante l’acquisizione e l’analisi di dati camerali, tributari, catastali e bancari. Un dato rilevante, a livello investigativo. Da qui l’applicazione della misura patrimoniale. I beni sequestrati a Leto o a terzi ritenuti intestatari di comodo sono: una moto Yamaha, una Mercedes e una Volkswagen Polo, un fabbricato ubicato a San Foca, un lounge bar ubicato in zona Partigiani a Lecce, per un valore stimato di circa 350mila euro.