LIZZANELLO (Lecce) – “Ve la diamo gratis”. Il riferimento è alla pulizia o alla sanificazione ma il messaggio contiene chiaramente una pesante allusione di tipo sessuale.
Si tratta della trovata da parte di un’azienda per promuovere la vendita di un servizio, ma il riferimento è evidente. E a Lizzanello, sede legale della società responsabile della discutibile campagna pubblicitaria, è scoppiata la protesta.
Anche perché nel manifesto si vede chiaramente una donna in abiti succinti e pose sexy. Sessismo à gogo, insomma, come se certe battaglie per la difesa della dignità della donna non fossero mai esistite.
E come se nel 2021 ancora fosse necessario ribadire che il corpo della donna non è merce. Ma, evidentemente, una certa impostazione della società resiste.
Pronta la presa di posizione dell’amministrazione comunale di Lizzanello con il suo sindaco, Fulvio Pedone: “Un errore ha richiamato Lizzanello quale località di appartenenza della società che ha sfruttato lo slogan sessista per il proprio business. Lizzanello ne è solo la sede legale, la compagine, per fortuna, è altrove”, precisa. Si tratta di “un bizzarro richiamo alla donna, come archetipo retrogrado di genere sottomesso”, afferma il primo cittadino. Ed ecco l’impegno: “Scriveremo un regolamento comunale che, ispirato al rispetto dei principi fondamentali, escluderà dalla negoziazione privata col comune le imprese che si siano negativamente distinte per comportamenti sessisti, discriminatori e razzisti, oltre a negare ogni forma di affissione pubblicitaria di natura sessista”.
Anche la società chiarisce: “Ci dispiace per il fraintendimento dovuto alla cattiva interpretazione del nostro messaggio pubblicitario, che voleva essere solo motivo di un sano sorriso e non un attacco sessista, tanto è vero che è stato creato da un grafico “donna” e che la società dispone di personale quasi totalmente “donna”. Una cosa è il sessismo, lo stalking, la violenza di genere che da sempre condanniamo e combattiamo anche attivamente, altra cosa è l’ironia che contraddistingue gli uomini e le donne liberi”.
Poi, altro messaggio, sempre a mezzo social, da parte del legale Andrea Maggiulli: “Si chiarisce che non era assolutamente intenzione della società offendere la sensibilità di nessuno, né tantomeno essere tacciata come sessista. Le donne per la società sono punto di forza e soddisfazione aziendale. Il 90% del personale è donna e tutte stimano il titolare per la grande professionalità ed il cuore che mette nel suo lavoro”. Pertanto, la ditta “ritiene di dover chiedere scusa a tutti coloro i quali si siano sentiti offesi dalla pubblicazione del post incriminato. Non era intenzione offendere la sensibilità di nessuno”. Ma, oltre al chiarimento, c’è anche il monito a non superare il limite.
“La pubblicazione sulla pagina dell’azienda – si prosegue poi – e la condivisione di offese gratuite e di contenuti diffamatori non è certamente espressione di libertà di pensiero, ma rappresenta una condotta illecita tale da cagionare un danno aziendale risarcibile ai sensi di legge. Tutto ciò premesso, si diffida chiunque dal proseguire con l’attività lesiva e dichiaratamente diffamatoria del diritto all’immagine, al nome, alla dignità e alla riservatezza della mia assistita”.
“Ho già ricevuto mandato per adire le vie legali e tutelare in sede civile e penali i diritti della mia assistita“, fa sapere, in conclusione, l’avvocato incaricato dalla ditta.