GALLIPOLI (Lecce) – Ancora nulla di fatto sul fronte della riapertura delle discoteche, considerate luoghi ad alto rischio anche alla luce della diffusione della variante delta.
Una penalizzazione che gli operatori del settore trovano intollerabile, stante il fatto che i giovani si muovono fuori dai confini nazionali, anche per andare a divertirsi in quelle località di vacanza in cui il motore dell’intrattenimento si è già riavviato.
Oppure ballano altrove, anche in casa, ma senza i controlli che ci sarebbero in una discoteca. Si tratterebbe di convalidare un protocollo a livello nazionale, esattamente come per ristoranti o sale destinate ad eventi. La formula della prudenza adottata a livello governativo non piace a tanti, compreso, per ovvie ragioni, il Silb-Fipe, l’organizzazione che riunisce i locali da ballo e il cui presidente, Maurizio Pasca, ha lanciato da tempo l’allarme oltre che delle proposte costruttive per le riaperture in sicurezza.
E ora, anche il sindaco di Gallipoli Stefano Minerva fa sentire la sua voce. “Terminato il lockdown l’Amministrazione gallipolina, congiuntamente a quelle del territorio, ha iniziato a lavorare in funzione dell’imminente stagione estiva. Attività commerciali, ristoranti e strutture ricettive hanno fin da subito avuto modo di rimettersi in moto. Come loro, tanti imprenditori e professionisti, ad esclusione di una sola categoria, attualmente ed incredibilmente ferma”, fa notare.
“Sono fortemente convinto che le discoteche e i locali da ballo abbiano il diritto di ripartire. Ora”, dice. Una posizione che è comprensibile, alla luce del fatto che la città di Gallipoli vive anche di notte e c’è tutta una categoria di imprenditori del settore che attendono, finalmente, di ripartire esattamente come è stato per gli altri.
“È passato troppo tempo, è trascorso quasi un mese da quell’evento pilota (che si sarebbe dovuto svolgere alla Praja, ndr) che avrebbe visto Gallipoli protagonista e che sarebbe stato da volano per il settore. È ormai luglio, piena estate, non possiamo permettere che alcune attività restino ferme. Tutti hanno diritto alla ripartenza, a dover lavorare, a garantire un servizio che ormai la società richiede. I casi Covid-19 sono in netta diminuzione, il numero dei vaccinati – grazie allo straordinario lavoro di medici, tecnici e operatori sanitari e amministrativi – ha superato la metà della popolazione: non ci sono scuse, non possiamo aspettare che passi altro tempo”, sottolinea il sindaco Minerva.
“Mi unisco alla richiesta corale di dare un’accelerata al sistema burocratico per permettere alle discoteche di riaprire. Un settore fermo vuol dire migliaia di lavoratori immobili, a casa, e questo non lo posso, non lo possiamo accettare. Ognuno ha il diritto di lavorare, ognuno ha il diritto di ripartire”. Chissà se nel governo qualcuno sarà disposto ad ascoltare questa voce.