NARDÒ (Lecce) – Flash mob, questo pomeriggio, nella centrale via XX Settembre a Nardò, di commercianti e partite iva contro le chiusure e per la difesa del lavoro svolto in sicurezza.
Tutela della salute, quindi, ma anche del diritto a svolgere l’attività professionale per la quale si continuano a pagare tasse, contributi e oneri vari, questo il claim della manifestazione.
“Eravamo circa 150 ma potevamo essere molti di più, ci sta chi preferisce manifestare il proprio dissenso su altri format o su altre piattaforme, ma il tempo è ormai scaduto. Le attività sono chiuse e i contagi sono comunque in crescita, quindi la colpa non è nostra. Si può riaprire in sicurezza rispettando tutti i protocolli. Ci sentiamo di dire grazie soprattutto a chi ha partecipato nonostante la propria attività sia stata considerata essenziale ma ha comunque deciso di scendere in strada per solidarietà e rispetto nei confronti dei colleghi penalizzati”, questo il senso del flash mob spiegato da due dei promotori, Federico Felline e Romina Vallone.
“Il mio salone è sicuro”, uno degli striscioni esibiti nel corso dell’iniziativa, svoltasi in maniera pacifica. Tra le categorie rimaste chiuse, infatti, figurano proprio parrucchieri ed estetisti, che, nel corso di un durissimo anno segnato dall’emergenza sanitaria, si son dovuti attrezzare con complesse procedure di sicurezza: obbligo di sanificazione delle mani per chiunque entri, mascherina pulita fornita in loco, borsa riposta in buste monouso e in armadietti appositamente attrezzati e sanificati anch’essi, asciugamani monouso, mantelline anch’esse monouso, disinfezione adeguata e puntuale non solo dell’attrezzatura ma anche degli arredi ad ogni cambio di cliente.
E che vi sia qualcosa che non funziona è evidente: le restrizioni, interpretate in maniera molto “larga” da molti cittadini per la verità, non stanno raffreddando la curva, perché, come risulta ormai acclarato dai report divulgati settimanalmente dalle Asl, il contagio circola soprattutto in ambito familiare. Intanto, però, molte attività rimangono chiuse e a soffrirne non sono solo i titolari, alcuni dei quali sostengono il peso di mutui e investimenti, ma anche dipendenti.
Per l’amministrazione comunale, ma anche in veste di “collega” dei manifestanti, ha preso parte al flash mob l’assessora e commerciante Giulia Puglia: “Ho manifestato con l’associazione Casa Ambulanti, con il gruppo di parrucchieri ed estetiste da cui è partita l’iniziativa, con negozi di abbigliamento, calzature, gioiellerie, profumerie, con alcuni ristoratori, con gli ambulanti delle feste, con amici gestori di bar, con i colleghi che nonostante siano aperti hanno voluto dimostrare la loro solidarietà nei confronti delle categorie più svantaggiate. Voglio ringraziare tutti i presenti che hanno dato voce a un settore che spesso non riceve le attenzioni che merita. Mi batto da anni per il progetto #iocomproanardò e cerco di sensibilizzare sull’importanza di acquistare dai nostri concittadini per consentirli di accendere le loro vetrine e continuare a dare lavoro ai dipendenti, oltre che un futuro sereno alle relative famiglie”, ha spiegato.
L’idea è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica ma anche di trasferire il malcontento dal livello locale a quello nazionale: le iniziative di protesta si susseguono da giorni in tutto il Paese.
Immagine tratta da pagina facebook di Giulia Puglia