“Alta velocità fino a Lecce”, consensi trasversali per il sit-in promosso da Pagliaro. In campo anche i sindacati

“Alta velocità fino a Lecce”, consensi trasversali per il sit-in promosso da Pagliaro. In campo anche i sindacati

LECCE – “Alta velocità fino a Lecce“, questo il claim del sit-in in programma domenica 21 febbraio alle ore 11 presso la stazione di Lecce promosso dal consigliere regionale de “La Puglia domani” Paolo Pagliaro.

Consensi trasversali

La manifestazione ha raccolto consensi trasversali – è prevista la partecipazione del presidente della Provincia Stefano Minerva, dell’assessore regionale Alessandro Delli Noci, delle organizzazioni sindacali – rispetto a un tema, quello del gap infrastrutturale nord-sud, che è da sempre sentito come dirimente per lo sviluppo del territorio. Un’area che presenta elevate criticità dal punto di vista dei collegamenti sarà inevitabilmente anche poco attrattiva per possibili investimenti. È tempo di risposte. Da questo punto di vista il Recovery fund rappresenta un’opportunità e una sfida.

Pagliaro: “Salento non può più aspettare”

“Apprendo con soddisfazione – stando a quanto ha dichiarato la presidente e amministratrice delegata di Rete Ferroviaria Italia, Vera Fiorani, in audizione alle Commissioni Bilancio e Trasporti della Camera – che nel Recovery Plan sono previsti circa 24 miliardi per le la rete ferroviaria, di cui 14,8 serviranno per l’Alta Velocità. Di questi, il 39% sarebbe destinato al Sud, in gran parte per la linea Salerno-Reggio Calabria. Finalmente si pensa a queste opere, ben venga tutto, ben venga la linea Salerno-Reggio Calabria, ma ancora una volta evidenzio la necessità che l’Alta Velocità/Capacità arrivi fino a Lecce. Il Salento non può più aspettare e non può certo essere la ruota di scorta del Paese. Il nostro territorio soffre a causa di un’arretratezza infrastrutturale che ne penalizza inesorabilmente lo sviluppo, ed è arrivato il momento di investire le risorse necessarie per rimediare a questo gap tra nord e sud. E in questo caso noi siamo, come diceva Carmelo Bene, il sud del sud, ed abbiamo un immediato bisogno di questa linea”, ha evidenziato Pagliaro in una nota.

“Per questo motivo – ha spiegato – ho presentato una mozione che impegni la Giunta regionale a reperire i fondi che servono per mettere in cantiere l’estensione della linea fino a Lecce. E domenica alle 11, nella stazione di Lecce ci sarà una grande manifestazione per chiedere a gran voce di colmare questa enorme ingiustizia”.

La partecipazione di Cgil, Cisl e Uil

Al sit-in prenderanno parte anche Cgil, Cisl e Uil con l’obiettivo di “chiedere l’impegno formale della Regione per far arrivare treni veloci e treni merci moderni fino al sud della Puglia”. “Ci battiamo sul tema del miglioramento dei trasporti da anni, per questo parteciperemo convintamente a tutte le iniziative che partono dal territorio per il territorio”, dichiarano i segretari generali territoriali, Valentina Fragassi, Ada Chirizzi e Salvatore Giannetto. L’ottica è quella della trasversalità su contenuti che riguardano tutto il territorio. Inoltre, per le sigle menzionate, l’alta velocità è solo uno dei tasselli di un ragionamento articolato e complesso.

Intanto, c’è l’opportunità del Recovery Fund: l’interesse è per gli obiettivi della missione 3, ossia quella relativa alle infrastrutture per una mobilità sostenibile: 31.9 miliardi di euro tra alta velocità, intermodalità, porti e logistica integrata. “Garantendo appieno il diritto alla mobilità delle persone e delle merci, interventi mirati su questo tema comporterebbero innegabili vantaggi per i cittadini, le imprese e i tanti turisti che raggiungono il Salento”, dicono i sindacalisti. “La provincia di Lecce però non ha bisogno soltanto di maggiori collegamenti veloci. Per valorizzare a pieno le vocazioni economiche del territorio, dall’agroalimentare al turismo dal manifatturiero leggero alla produzione di veicoli agricoli, è necessario un piano di interventi strutturato, che faccia perno su sistemi intermodali, capaci di connettere le direttrici stradali del ferro e della gomma, con i porti e con gli aeroporti”.

Occorre, insomma, “una visione unitaria, di cui l’alta velocità è solo un tassello. Intanto è necessario attivare collegamenti veloci (le Frecce) potenziando dapprima quelli esistenti con Roma e Milano in orari consoni alle attività lavorative. Servono i collegamenti per Alta Velocità ed Alta Capacità, dunque, ma questi devono essere inseriti in un ‘sistema’ integrato che preveda il collegamento ferroviario dalla stazione di Lecce all’aeroporto di Brindisi, la rivitalizzazione della piattaforma logistica dello scalo di Surbo (anche attraverso il coinvolgimento dei privati) che va connesso ai corridoi transeuropei ed ai porti principali di Taranto e Brindisi, anche sfruttando le opportunità offerte dalla Zona economica speciale (Zes). La realizzazione definitiva dello scalo di Surbo permetterebbe ai nostri prodotti, sia agricoli che industriali, di raggiungere velocemente i mercati del nord del paese e del centro Europa, con conseguenti benefici sull’ambiente determinati dall’eliminazione dei circa 200 tir che ogni giorno partono dal Salento”.

C’è poi il nodo dell’organizzazione interna dei trasporti: “Abbiamo bisogno di un’azienda regionale unica del trasporto, che favorisca l’intermodalità e l’integrazione ferro-gomma, specie per il trasporto di persone. A tal proposito è quanto mai urgente lo sblocco dei lavori per la Statale 275, come pure l’adeguamento agli standard di sicurezza della rete ferroviaria delle Ferrovie Sud-Est, per farle diventare finalmente una vera e propria metropolitana di superficie a 50 anni dai primi progetti in tal senso”, spiegano Fragassi, Chirizzi e Giannetto.

Coesione, trasversalità e partecipazione“, questo l’auspicio per la manifestazione di domenica, cui Cgil, Cisl, Uil parteciperanno “unitamente alle nostre federazioni dei trasporti: principi che dovrebbero guidare i processi decisionali”. “È necessario in questo momento storico mettere in campo tutte le idee per progettare il futuro del territorio. Non è possibile più accettare supinamente scelte calate dall’alto, slegate dalle esigenze di chi vive il territorio ogni giorno: c’è bisogno di un metodo che coinvolga maggiormente parti sociali e territori interessati dalle opere. Cgil, Cisl e Uil su questi temi ci sono sempre stati e continueranno a partecipare a tutte le iniziative che mirino al coinvolgimento, alla coesione, allo sviluppo del territorio”, concludono i sindacalisti.

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