LECCE – “Siamo qui per festeggiare il mondo del lavoro anche se da festeggiare c’è ben poco, con questa pandemia il lavoro è stato distrutto”.
Sit in dei Cobas in via XXV Luglio, davanti alla Prefettura, stamane, in occasione della ricorrenza del Primo Maggio, Festa del Lavoro, contro il “ricatto del posto di lavoro” e contro il diffuso fenomeno, spiega il sindacalista Giuseppe Mancarella, dei “lavoratori senza diritti” – incredibile a dirsi nel 2021 – e di quegli “errori in busta paga per mancata applicazione del ccnl di categoria” nel settore privato.
Tanti oggi, rimarca poi Mancarella, i settori in ginocchio oggi per effetto della pandemia.
“La nostra preoccupazione è che con lo sblocco dei licenziamenti si possa avere un’ecatombe, per questo chiediamo un maggiore impegno al governo perché eviti questa situazione”, sottolinea.
Altra nota dolente, poi, “riguarda la dignità sul posto di lavoro. Chiediamo il ripristino dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori e il superamento della legge Fornero e del Jobs Act, la dignità non si può mercificare”.
Sulla possibilità di poter avere una sponda nel Governo su questi temi, Mancarella afferma di avere “seri dubbi”: ne sarebbe evidenza, riflette, il fatto, ad esempio, che l’esecutivo “abbia relegato la sanità pubblica – tema caro ai Cobas – in basso tra i settori destinatari delle risorse pubbliche. Noi invece chiediamo che ad esso si dia maggiore importanza, che nella sanità pubblica ci siano maggiori investimenti e che si riaprano in provincia gli ospedali chiusi”.
E c’è un altro tema caro al sindacato, particolarmente caldo: “Cobas – si afferma nella nota sul Primo Maggio – lotta contro il monopolio dei sindacati confederali che praticano nel 2021 il pensiero unico sui posti di lavoro in palese violazione dell’art. 39 della Costituzione che prevede che l’organizzazione sindacale sia libera”.