La condizione delle donne in Afghanistan negli intensi scatti di Fatimah Hossaini, taglio del nastro con ministra Messa

La condizione delle donne in Afghanistan negli intensi scatti di Fatimah Hossaini, taglio del nastro con ministra Messa

LECCE – La bellezza delle donne afghane come antidoto all’oppressione, raccontata oltrepassando il cliché della donna vittima, costituisce il fulcro tematico di “Beauty amid War – the latest photography of Fatimah Hossaini”, la mostra di Fatimah Hossaini al via dal 22 ottobre all’Accademia delle Belle Arti di Lecce.

La fotografa iraniana, originaria di Teheran e rifugiata a Parigi per sfuggire alla furia dei talebani, da sempre sostenitrice dei diritti delle donne e dei rifugiati, sarà ospite dell’Accademia il giorno dell’inaugurazione per presentare, per la prima volta in Italia dopo Beijing in Cina, Teheran, New York e Parigi, una serie di 18 immagini fotografiche provenienti dalle sue ultime raccolte.

L’Accademia delle Belle Arti di Lecce apre dunque, con Beauty amid War – promossa dal Presidente dell’Accademia Nicola Ciracì e dal Direttore Nunzio Fiore, a cura di Ester MV Annunziata, Patrizia Dal Maso, Maria Nocerino e Patrizia Staffiero – una finestra sulla difficile condizione delle donne in Afghanistan, per lanciare un messaggio di cambiamento attraverso l’arte.

Ad inaugurare la personale, il 22 ottobre, alle ore 11, nella sede dell’Accademia di Lecce, sarà Cristina Messa, Ministra dell’Università e della Ricerca, che ha dichiarato: “Stiamo valutando le modalità di estensione del progetto ‘European Qualifications Passport for Refugees’ ai rifugiati afghani e l’apertura di una linea di finanziamento per le istituzioni universitarie e AFAM, pronte ad accogliere, anche sotto l’aspetto della residenzialità, studenti, docenti e personale tecnico proveniente dall’Afghanistan”.

Come sottolineano il Presidente Nicola Ciracì e il Direttore Nunzio Fiore: “Le Accademie italiane hanno dimostrato grande sensibilità verso la tragedia umana ed educativa che ha colpito l’Afghanistan, dove arte e musica, insieme ai diritti umani, vengono messe a tacere dalla violenza. Questa mostra è un invito a non spegnere mai i riflettori e a battersi con le armi della bellezza”.

18 scatti, 12 dei quali tratti dalle raccolte di Fatimah Hossaini, Pearl in the Oyster e Khurasani Reflections, raccontano, in Beauty amid War, la cultura afghana in tutte le sue sfaccettature, che l’autrice esprime attraverso l’intensità dei volti delle donne appartenenti a diverse etnie: Pashtun, Tagiki, Hazara, Qizilbashes e Uzbeki, ed il magnetismo dei paesaggi caratteristici dell’Afghanistan, catturati in sei fotografie di grandi dimensioni. Già insegnante di Arte all’Università di Kabul, fondatrice di Mastooraat Organization, organizzazione artistica fondata nel 2019 per promuovere e sostenere l’arte, le donne e la pace, vincitrice tra i primi dieci del premio internazionale Hypatia, per la ricerca e l’arte, Fatimah Hossaini è riuscita a valicare i limiti delle norme della società afghana, oltrepassando lo stereotipo della donna concepita come “sesso debole”. L’arte viene dunque concepita, nella poetica di Fatimah Hossaini, come mezzo di denuncia sociale, e l’immagine fotografica assunta come “messaggio al mondo, silenzioso ma potente, che narra la resilienza di milioni di donne afgane”.

“Ho sempre cercato – spiega la fotografa afghana – di creare bellezza e catturare la bellezza nel mezzo di una zona di conflitto. Le mie foto mostrano il mio viaggio artistico, spesso impegnativo, esplorando le prospettive di genere e sociologiche della società afghana. Le donne sono sempre state al centro del mio lavoro e ho cercato di catturare e ridefinirle mostrando la loro bellezza, la loro femminilità e le loro speranze”.

Nello stesso giorno, il 22 ottobre, verrà inaugurata, all’interno del portico gotico dell’Accademia delle Belle Arti di Lecce, la mostra dei docenti “Art/DOC FACULTY EXIBITION”, alla presenza dell’Assessore regionale Diritto allo Studio, Scuola, Università, Sebastiano Leo.

L’evento rispetterà il protocollo antiCovid.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *