PORTO CESAREO (Lecce) – Area marina protetta grande protagonista nell’ambito del progetto Open Tourism, promosso dal Programma Europeo INTERREG IPA-CBC ITALY-ALBANIA-MONTENEGRO e che punta a mettere in campo una idea di turismo diversa, sostenibile e di qualità.
Non più di massa ma presente per tutto l’anno e con la possibilità di far sentire il viaggiatore protagonista delle esperienze offerte.
La necessità di rilancio del settore, con proposte nuove, originali, in linea con le esigenze di sostenibilità ambientale, è venuta prepotentemente fuori con l’emergenza sanitaria da covid che ha messo in luce dei bisogni nuovi. Si tratta di tenere insieme sviluppo, economia, salute, sicurezza.
Amp, tutela della biodiversità e sostenibilità
Come sottolineato dal direttore di Amp di Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio, le pratiche di turismo sostenibile sono perfettamente in linea con gli obiettivi delle Aree marine protette, che si prefigge, tra gli scopi, anche quello di tutelare la biodiversità e il delicato equilibrio marino e delle zone costiere.
Ed ecco le linee guida lungo le quali si muove il territorio di Porto Cesareo, che vanta la presenza di litorali sabbiosi, insenature naturali di rara bellezza, torri costiere, una presenza importante di preziose testimonianze storico-archeologiche. In questo contesto, l’Area marina protetta, con i suoi 16.654 ettari di superficie e i suoi 32 km di costa – la terza in Italia per estensione – rappresenta un soggetto chiave nella promozione di politiche di turismo di qualità. A gestirla un Consorzio di cui fanno parte i Comuni di Porto Cesareo e Nardò e la Provincia.
Quattro le direttrici: turismo subacqueo e sportivo, il settore dell’escursionismo in barca, enogastronomico e scolastico. Come spiegato da D’Ambrosio, si è investito tantissimo al fine di valorizzare le risorse presenti e contrastare il processo di erosione costiera che affligge vaste aree del Salento. A tal proposito, ha rilevato, ci sono in essere progetti di riqualificazione con abbattimento di strutture in cemento nei pressi delle spiagge e la sostituzione con manufatti compatibili con il paesaggio e il rispetto dell’ambiente, la ricostituzione del sistema dunale, argine naturale all’erosione oltre che preziosa riserva di sabbia, anche grazie alla preziosa azione della posidonia spiaggiata. Completano il quadro la realizzazione di passerelle in legno e di un percorso ciclopedonale, i cui lavori inizieranno a settembre.
Tutte azioni tese a valorizzare il territorio, offrendo ai turisti l’idea di percorsi di qualità, oltre che diversificati: il turismo subacqueo, appunto, con i sentieri blu e l’esperienza plurisensoriale delle immersioni; il turismo culturale, che punta a mettere in rilievo le ricchezze storiche dell’area, comprese le torri costiere, preziosa testimonianza di tempi antichi; il turismo sportivo – kite, windsurf, sup – che funziona soprattutto in inverno, con gli stabilimenti balneari pronti a offrire una base logistica; quindi, ultimo tassello delle azioni che si inquadrano nel solco di Open Tourism, il turismo escursionistico, tramite taxi boat, il pescaturismo, il turismo esperenziale. “Una strategia – ha spiegato D’Ambrosio – che ci ha permesso di allungare la stagione turistica”. Con il turismo estivo che certamente costituisce il cuore dell’offerta turistica locale e che vede, anche in questo caso, l’Amp in prima linea nella difesa del territorio e delle sue bellezze.
D’Ambrosio ha evidenziato le iniziative promosse nel corso dell’evento che si è svolto a chiusura della prima fase del progetto Open Tourism, svoltosi a Torre Lapillo, presenti anche i giornalisti e i soggetti coinvolti nel progetto: Area Marina Protetta di Porto Cesareo, la provincia di Taranto con Avetrana, Fragagnano, Leporano, Pulsano, Maruggio, Lizzano e Torricella, oltre che i rappresentanti del programma Interreg e delle comunità coinvolte al di là dell’Adriatico. Ha moderato la giornalista Fabiana Pacella. Il progetto, oltre che di turismo, parla anche di condivisione di pratiche e strategie con focus group, incontri e workshop.
Al circuito hanno aderito oltre 200 operatori e sono stati interessati oltre 1000 stakeholder. L’evento conclusivo della prima fase – che rappresenta solo un inizio di un percorso e non certo la fine – è stato trasmesso anche sui canali social e nel pomeriggio a Porto Cesareo sono stati organizzati tour esperenziali.