PORTO CESAREO (Lecce) – Legambiente Porto Cesareo, tramite il suo presidente avvocato Luigi Massimiliano Aquaro, fa sapere che quanto dichiarato dal consigliere regionale Fabiano Amati a proposito della mancata attivazione del depuratore, nonostante l’impianto sia pronto e non vi siano motivazioni tecniche ostative, è stato inserito in un apposito dossier, pronto per essere depositato in Procura.
La notizia dell’ennesima estate senza una rete fognaria funzionante, senza un impianto in grado di supportare un territorio su cui – pandemia permettendo – tra qualche settimana si riverseranno migliaia di turisti – ha destato sconcerto tra gli amministratori, gli operatori e quanti hanno a cuore il territorio.
“Non è più possibile – afferma Aquaro – tergiversare e prendere tempo su un argomento così importante e delicato quale quello della salute pubblica e della tutela dell’ambiente”. È questo un preciso monito da parte degli ambientalista, prima che la faccenda passi nelle mani delle Procura della Repubblica.
Trancianti le parole del consigliere Amati, dopo l’ennesima audizione in Commissione Ambiente senza uno sblocco definitivo della questione: “Si continua a inquinare allegramente e consapevolmente il suolo e il mare di Porto Cesareo e Nardò, nonostante sia tutto pronto per depurare i reflui. E tutto ciò per una sciatta gestione amministrativa, orientata a supportare opinioni politiciste fondate sul federalismo dei liquami, cioè ognuno si tratti e smaltisca i suoi, senza accorgersi che alla fine si infliggono danni alla salute, all’ambiente e alla produzione turistica”.
All’orizzonte c’è ora una delibera di Giunta regionale. I tempi sono lunghi. E la battaglia è destinata a proseguire.