PORTO CESAREO (Lecce) – “Un comportamento assurdo e inconcepibile”: è tranchant il giudizio dell’assessore all’Urbanistica di Porto Cesareo Eugenio Sambati sugli amministratori regionali. Al centro delle sue valutazioni, ancora una volta, la faccenda del depuratore, che si trascina da anni.
Negli ultimi mesi c’è stato un pressing politico notevole, anche per l’interesse dimostrato sulla vicenda dal Movimento Regione Salento e, nello specifico, del suo presidente, il consigliere regionale de La Puglia domani Paolo Pagliaro, che ha sollecitato nelle sedi opportune l’autorizzazione provvisoria allo scarico “in battigia a mare, nel punto in cui già scarica il Comune di Nardò”.
Novità non ce ne sono state, però, la situazione è ancora in stallo. E la preoccupazione è grande in vista della stagione estiva, quando – covid permettendo – si riverseranno nella località balneare migliaia di presenze. “Porto Cesareo è stanca. Dopo 4 mesi di pressing sugli uffici regionali e sulla giunta regionale per la firma dell’autorizzazione provvisoria allo scarico del proprio impianto fognario, ieri c’è stato l’ennesimo schiaffo ad una intera comunità. L’assessore e il responsabile competente non si sono presentati in commissione ambiente, nonostante avessero promesso di farlo tre settimane fa, non comunicando perciò le proprie intenzioni sul da farsi. È evidente che dopo gli interventi della commissione europea, di numerosi parlamentari nazionali e di molti consiglieri regionali, la Regione Puglia non sa più che cosa fare, essendosi infilata in un incredibile cul de sac”, lamenta Sambati.
“La stagione estiva è prossima, l’emergenza sanitaria ed ambientale rischia di chiedere il conto a brevissimo, e noi non possiamo più accettare che la politica giochi sulla pelle dei cittadini. A questo punto invitiamo chi deve intervenire a farlo, censurando un simile comportamento, assurdo ed inconcepibile”, conclude l’assessore cesarino.
Duro anche l’intervento del consigliere Paolo Pagliaro: “L’assenza dell’Assessorato competente all’audizione che ho richiesto e sollecitato con il collega Amati, non giustificata e comunicata peraltro in extremis, è una mancanza di rispetto grave che ci spinge ad un ultimatum: via libera all’esercizio provvisorio del depuratore tra una settimana – quando è stata annunciata la prossima riunione della Commissione Ambiente dal presidente Campo – o protesta durissima in Consiglio regionale. Non è più tempo di tentennamenti, la pazienza è agli sgoccioli. Nella precedente audizione dell’8 aprile si era concordato di aggiornarla a distanza di due settimane. Ne sono passate tre, e oggi arriva quest’ennesima doccia fredda che puzza di melina. Se non ci sono ostacoli tecnici, così come ribadito dall’ingegner Zotti, dirigente del servizio Sistema idrico integrato e Tutela delle acque della Regione, e dal direttore Ingegneria dell’Acquedotto Pugliese, Volpe, non si capisce perché si continui a negare la possibilità di messa in funzione dell’impianto di depurazione. A meno che non si tratti di strategia politica. Ma è una ragione di più per puntare i piedi ed esigere trasparenza dal Governo regionale: chi e perché sta impedendo a Porto Cesareo di affrancarsi dal marchio di città inquinante?”.