LECCE – Sono sei gli ultrà leccesi, tutti con obbligo di firma, interessati dai provvedimenti di Daspo, 17 in tutto, emanati nei giorni scorsi dal Questore di Foggia in seguito ai disordini del febbraio 2020, lungo il tratto dell’autostrada A16 tra Cerignola e Candela.
Una giornata di vera e propria follia con scontri tra opposte fazioni sportive – quella giallorossa e quella biancorossa nello specifico, storicamente rivali – con accensione di petardi e fumogeni e la carreggiata bloccata per ore.
L’occasione da cui sono partiti gli scontri è stata una pura casualità, dal momento che i tifosi del Lecce e del Bari avevano mete differenti, rispettivamente Roma e Castellamare di Stabia, città in cui avevano luogo le partite della loro squadra. Ma lo scoppio accidentale di uno pneumatico di un autobus su cui viaggiava una parte della tifoseria biancorossa ha costretto il mezzo a fermarsi nella corsia di emergenza. E in quel frangente sono sopraggiunti numerosi minivan a bordo dei quali viaggiavano i supporters della squadra salentina che, alla vista degli avversari, fermando i mezzi, hanno occupato la carreggiata.
Le tifoserie sono quindi entrate in contatto tra loro dando vita ad una serie di scontri, bloccando la circolazione autostradale per ore a danno degli automobilisti di passaggio e di interi nuclei familiari intrappolati all’interno dell’autostrada. Due minivan della tifoseria leccese sono anche stati dati alle fiamme con successivi atti predatori. E ci sarebbe stato anche un fitto lancio di fumogeni, petardi e sassi, con interessamento, tra l’altro, della carreggiata opposta. Un momento di assoluta irrazionalità.
Da qui i provvedimenti – che seguono ad altri già emessi nei mesi precedenti – con 17 Daspo di cui 12 con obbligo di firma a carico di ultras di entrambe le tifoserie, che prevedono il divieto di accesso alle manifestazioni sportive. I soggetti destinatari dell’atto del Questore di Foggia non potranno quindi partecipare a gare e incontri di calcio per un periodo che va dai due ai sei anni per i comportamenti più gravi.
I provvedimenti sono stati adottati anche sulla base degli accertamenti investigativi coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia e svolti nell’immediatezza dei fatti dagli uffici DIGOS delle Questure di Foggia, Bari e Lecce e dalla Polizia Stradale intervenuta sul posto.