CAMPI SALENTINA/NOVOLI (Lecce) – Spaccio di cocaina e marijuana, ma anche estorsioni e lesioni personali aggravate dal metodo mafioso. Queste le attività a cui, secondo i riscontri investigativi, era dedita una consorteria criminale ramificatasi nell’area del nord Salento, in particolare nei centri abitati di Campi Salentina e Novoli, sgominata dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina agli ordini del col. Giuseppe Saccomanno.
I militari, con l’ausilio di un’unità cinofila antidroga del Nucleo di Modugno, hanno così dato esecuzione nelle scorse ore all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di tre soggetti: Massimo Scalinci, 45 anni, Andrea Giannone, 25anni, e Pasquale De Michele, 32 anni. Nel corso delle attività investigative sono stati identificati e deferiti in stato di libertà altri due soggetti coinvolti a vario titolo nell’indagine, ma con minori responsabilità.
L’indagine ha avuto inizio nei primi mesi del 2020, periodo in cui nel territorio tra Campi e Novoli era stata registrata una recrudescenza dei reati legati al fenomeno dello spaccio con il coinvolgimento, tra l’altro, di soggetti minorenni. Al fine di porre un freno al diffondersi di tali fatti, che hanno generato allarme nell’opinione pubblica, sono stati intensificati i servizi preventivi ed info-investigativi.
Al centro della consorteria ci sarebbe stato Scalinci, personaggio gravato da numerosi precedenti penali tra i quali anche il reato di associazione mafiosa e già detenuto per circa tredici anni. L’uomo, in virtù del suo carisma, sarebbe stato in grado di ricompattare un gruppo che, a seguito delle numerose vicende giudiziarie, si era disarticolato nel corso degli anni.
Stando agli accertamenti, Giannone e De Michele avrebbero ricevuto direttamente dal primo gli ordini nel corso di fugaci incontri. L’indagine ha fatto emergere un giro d’affari di migliaia di euro con la vendita e la movimentazione di almeno un kg si stupefacente al mese ma anche l’assoggettamento e la sudditanza dimostrata da coloro ai quali Scalinci avrebbe impartito ordini e direttive.
I carabinieri hanno inoltre documentato spedizioni punitive, minacce, pestaggi e atti intimidatori che il gruppo avrebbe posto in essere per far prevalere la propria supremazia sul territorio nei confronti di coloro che per qualche ragione venivano meno alle loro imposizioni. Al termine delle perquisizioni domiciliari sono stati rinvenuti, presso l’abitazione di Scalinci, e posti sotto sequestro, 7 involucri di marjuana del peso di 50 gr. cadauno, 5 gr. di cocaina e 700 euro ritenuti provento delle attività criminali.