NARDÒ (Lecce) – “Bisogna agire tutti insieme. Solo con l’unità si possono creare le condizioni per il riscatto e l’alternativa. Confrontiamoci”. Carlo Falangone, candidato sindaco a Nardò, uomo di esperienza a cui “non piace la politica urlata”, già vicesindaco di Risi, lancia, nel corso di una conferenza stampa online, un chiaro appello a Pd e Italia Viva perché condividano il percorso con un nome unico in vista delle prossime Amministrative, slittate al prossimo autunno. E parla di “completa disponibilità” da parte sua e della coalizione.
Intanto c’è già una novità: la coalizione “riformista e progressista” che supporta Falangone rappresenta un vero e proprio laboratorio politico, dal momento che viene replicata a livello locale l’alleanza centrosinistra-M5S che è già in essere a Roma come a Bari. Ma, appunto, è un’alleanza che ancora al momento non vede la presenza di Partito democratico e Italia viva. In un quadro politico-elettorale piuttosto frammentato, infatti, anche il centrosinistra neretino si sta presentando diviso, con Falangone da una parte e Enzo Petraroli dall’altra, quest’ultimo indicato da Marcello Risi nel corso del suo “mandato esplorativo” anche come nome appetibile per il mondo moderato.
Ora l’appello di Falangone, uomo del dialogo, potrebbe rappresentare un segnale, perché “nessuna sfida è impossibile” e il confronto è “la linfa della politica”. Quello messo in campo, inoltre, è un “progetto di lungo respiro”, che vede al suo fianco anche Nardò Progressista, con la coordinatrice Alessandra Boccardo, e Futuro comune, con il coordinatore Cosimo De Cupertinis.
A sostegno della candidatura di Falangone si spende in prima persona Cristian Casili, vicepresidente del Consiglio regionale e consigliere regionale pentastellato neretino, uomo chiave nella sfida dell’alleanza in chiave regionale tra Michele Emiliano e Cinque Stelle. Un’intesa invisa alla ex candidata presidente M5S Antonella Laricchia ma che ha sortito la nomina di Rosa Barone ad assessora del Welfare. E, dunque, la discesa in campo di Falangone con il sostegno di Casili – oltre che della deputata Soave Alemanno e dell’europarlamentare Chiara Gemma, entrambe M5S – è un segnale che non può sfuggire al sindaco di Nardò, Pippi Mellone, che sta mobilitando un esercito di liste per la sua ricandidatura. E che proprio con Emiliano vanta un asse politico di ferro.
Si vedrà quale sarà il posizionamento del governatore pugliese rispetto alla candidatura di Falangone. Certo è che per il candidato sindaco “i rapporti con le istituzioni vanno sempre mantenuti e rispettati” ed è “essenziale riaprire il dialogo con la Provincia e la Regione” ed in questo quadro “l’autorevolezza di Casili potrà garantire un sereno rapporto e il dialogo con gli enti”. Falangone non nega l’esistenza di un “problema politico” rappresentato dall’asse Emiliano-Mellone, ma “forse qualche esame di coscienza dobbiamo farlo tutti. Ha sbagliato il presidente a non aprire un dialogo di approfondimento con il centrosinistra per quanto riguarda Nardò, abbiamo sbagliato noi a non riaprire un dialogo con il presidente sulle posizioni”.
E per Casili, l’alleanza neretina rappresenta un percorso di “linearità rispetto a quello che avviene a livello regionale e nazionale”, nel solco di una “filiera istituzionale che abbia coerenza”. In sostanza, Nardò è “un bell’esperimento” e l’ottica è quella della nascita di “un nuovo polo progressista”.
“Nardò ha bisogno di pacificazione”, dice ancora il candidato sindaco, che lancia pure un appello alla comunità a evitare assembramenti e adottare tutte le possibili precauzioni in questi giorni in cui la città vede una preoccupante impennata di contagi.
Alle domande dei giornalisti, Falangone risponde asserendo che, contrariamente alla percezione di molti, “l’opposizione non è stata dormiente” in questi anni di governo melloniano, ma denuncia pure il clima di “costante ostruzionismo” – anzi, di “mancanza di agibilità democratica“ – da parte della maggioranza, un atteggiamento che avrebbe persino impedito il corretto funzionamento della Commissione Controllo. Quanto alla questione delle presunte firme false, su cui la deputata pentastellata Alemanno ha presentato interrogazione parlamentare alla ministra dell’Interno Lamorgese, Falangone lo dice chiaramente: “La politica non si fa nelle aule giudiziarie, noi dobbiamo battere questa amministrazione nelle urne. È chiaro che se è vero quello che viene detto il sindaco si deve assumere piena responsabilità e il coraggio di chiarire alla città in maniera franca quello di cui viene accusato”. Poi la precisazione: “Pressioni sulla magistratura non ne facciamo”. La sfida è lanciata.