LECCE – I numeri del Report Asl sono tutti in crescita. Una crescita rapida, esponenziale, che fa paura. In una settimana si è passati da 2150 a 3034 cittadini attualmente positivi al coronavirus in provincia.
L’unica nota incoraggiante, segnalata dall’Azienda sanitaria locale ed evidente dai grafici, è l'”effetto vaccino”, sia in termini di contagi, sia in termini di ricoveri, sia in termini di decessi negli ultra80enni.
“Lo sforzo della ASL sarà massimo proprio per continuare a mettere in sicurezza gli ultra 80enni e, subito dopo, i cittadini di età compresa tra i 65 e i 79 anni perché sono quelli con una o più patologie croniche quindi più fragili. Naturalmente per raggiungere questo risultato è fondamentale che le fasce giovanili in particolare rispettino in maniera rigorosa tutte le prescrizioni sanitarie previste dalla zona rossa”, fa sapere l’Azienda sanitaria.
Intanto, però, è da sottolineare anche il balzo dei ricoveri nelle strutture Covid, segno che la provincia è in piena terza ondata. Sono 181 i degenti di cui ben 24 nel reparto di Rianimazione del Dea. Come sottolinea la Direzione generale Asl, in questo quadro tutti sono chiamati ad assumersi delle responsabilità, “gli operatori sanitari attraverso la riorganizzazione dei servizi anche a costo di trasferimenti da aree noCovid ad aree Covid, gli anziani procedendo alla vaccinazione, riducendo il rischio di esposizione e rimanendo nel proprio domicilio e le fasce giovanili – nell’attività lavorativa e/o sociale – rispettando le regole previste per la zona rossa”.
I dati nei Comuni destano preoccupazione: a Copertino 49 positivi, a Lecce 519, a Leverano 40, a Nardò 124, a Veglie 22, a Porto Cesareo 10. Ma dando uno sguardo al resto del Salento, sono molte le situazioni da monitorare con attenzione: a Cavallino sono 116 i contagiati, a Gallipoli 164, a Lizzanello 119, a Squinzano 164. Focolai diffusi, insomma.
Il coronavirus avanza inesorabile e veloce, con un paradosso terribile e dagli effetti psicologici importanti: la famiglia, da sempre culla della cura, del sostegno reciproco e della condivisione, diventa ambito prediletto di diffusione del covid. Per 7.325 casi su 15.496, il 75% dei contagi è avvenuto, infatti, proprio tra le mura domestiche. La paura maggiore è quella di poter involontariamente cagionare problemi di salute ai propri cari.
C’è poi anche un’altra conseguenza del covid: la pandemia economica, con aziende e attività costrette a chiudere o a reinventarsi. Un compito non semplice in un quadro a evoluzione così incerta. La speranza maggiore sta, dunque, proprio nei vaccini: con il nuovo via libera ad Astrazeneca, il piano vaccinale riprende con nuova linfa. Complessivamente, sono 28.453 le persone che hanno ricevuto prima e seconda dose in provincia. Si auspica, ora, un’accelerata.