PORTO CESAREO (Lecce) – Una situazione “molto grave”, forse ai limiti del “danno ambientale” con il bacino Serra e Serricella che sta “morendo di incuria” in attesa che qualcuno agisca.
L’allarme sullo stato di canali e bacini cesarini, letteralmente invasi dalla vegetazione – ormai da molto tempo – viene sollevato dall’Associazione Lido degli Angeli di Porto Cesareo che, con il suo presidente Andrea Greco, prova a richiamare l’attenzione degli enti e della comunità sul problema rilanciando i risultati dello studio presentato dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territori, Edile e di Chimica del Politecnico di Bari: a curarlo il Prof. Ing. Alberto Ferruccio Piccinni e la prof.ssa Angela Barbanente.
Dunque non si tratta più soltanto di un’osservazione a occhio nudo di una realtà che è sotto gli occhi di tutti – la crescita della vegetazione è una circostanza oggettivamente verificabile – ma di valutazioni sulla base di numeri. “Mentre lievi criticità – afferma Greco – sono state osservate per i bacini Bianco, Tamari, Belvedere, Grande e Fede, il bacino Serra e Serricella (situato in zona Lido degli Angeli), ha evidenziato dati da brivido”. E le analisi sono state effettuate “nel vicino canale”, essendo lo specchio d’acqua “ormai reso inaccessibile dalla presenza di una folta ed invasiva vegetazione di canna palustre”.
Come evidenziato quindi da Greco, “i valori rilevati e in particolare il Potenziale di Ossido Riduzione (ORP) pari a 50 mV, evidenziano uno stato definito di anossia, ovvero di mancanza di ossigeno, delle acque, inadatte ad ospitare organismi che in questo ambiente non riescono più a vivere. Nel bacino, a differenza del passato, non dimorano più pesci, tartarughe, rettili: manca l’ossigeno”, è l’allarme rilanciato da Greco.
Anche la presenza massiva di canne palustri – che pure è fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema e dell’habitat, contribuendo alla biodiversità – “nell’incuria generale diventa un problema” e pure gli uccelli, “che si pensa di salvaguardare non intervenendo, potranno presto essere costretti a lasciare il bacino Serra e Serricella”. Un bacino che ora “morendo di incuria”, rileva ancora Greco, il quale sul tema auspica una sinergia con le altre associazioni ambientaliste presenti sul territorio. Anche perché l’unione fa la forza e il problema è antico e noto.
“In attesa che si possano valutare interventi atti a dotare anche il Bacino Serra e Serricella di un doppio canale di emissione/immissione delle acque, al pari di tutti gli altri bacini oggetto dello studio, ripristinandone la funzionalità idraulica originaria, si ritiene non più rinviabile un’opera di manutenzione ordinaria e periodica, che possa provvedere allo sfalcio della vegetazione in eccesso, che possa ristabilire il corretto scambio di acqua e riportare i parametri a valori in linea con quelli che ci si aspetta in un simile ecosistema, mantenendoli poi nel tempo”, la valutazione di Greco.
In sostanza, “l’opprimente ed immobile sistema delle presunte tutele e delle presunte salvaguardie, attivo sull’intero ecosistema del Comune di Porto Cesareo porta, paradossalmente, danni enormi allo stesso ecosistema”, la conclusione del presidente dell’associazione che continuerà a seguire la vicenda.