COPERTINO (Lecce) – Una ingarbugliata vicenda copertinese, quella riguardante l’evento moda organizzato dallo stilista Antonio Tarantino nell’ex convento delle Clarisse.
Un dibattito animato
Complici anche i social e gli interventi di chi ha letto in quell’iniziativa un fatto sconveniente – sia per la sacralità del luogo sia per la vigente normativa anticovid – il dibattito nella città di Copertino nelle ultime ore è stato, come spesso accade, piuttosto animato, forse anche sopra le righe. Soprattutto nella parte in cui si è parlato, addirittura, di blasfemia per un evento riguardante la moda. Che è in primo luogo cultura. Oltre che imprenditoria, creatività, fantasia, talora – con un termine spesso abusato ma che nel caso rende bene – eccellenza. Senza contare che lo stesso ex convento è un luogo normalmente adibito ad attività culturali di vario tipo.
Tutto è nato da alcuni post, a seguito dei quali, lo stilista – noto e rinomato professionista – ha comunicato che il suo “Quadro Moda”, quindi non una sfilata, era stato annullato “a causa di un appiglio amministrativo – ecclesiastico del quale mio malgrado mi vedo vittima – ha scritto Tarantino – La Chiesa scelta come palcoscenico sarebbe stata unicamente la location del set fotografico, rispettandone sacralità e tradizione. Credo che quanto accaduto mortifichi l’estro creativo ed imprenditoriale di chi come me è convinto che si possa ancora credere nella propria terra e nelle proprie tradizioni, penalizzando chi continua ad investire in un percorso che possa animare l’indotto moda nonostante il periodo difficilissimo nel quale siamo tutti piombati. Comunicheremo in un comunicato stampa per la diretta streaming della Capsule Collection”.
Subito parte il vociare social intorno a tali dichiarazioni, con, a stretto giro, una serie di note. Come accade sempre in questi casi, la faccenda assume anche connotazioni politiche, con la sindaca Sandrina Schito costretta a fare, a più riprese dei chiarimenti.
Il chiarimento della diocesi
Su tutte, spicca il comunicato della diocesi di Nardò-Gallipoli – di cui Copertino fa parte – siglata da don Roberto Tarantino, direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali. “Ci giunge notizia che l’iniziativa in oggetto sarebbe stata annullata a causa di “cavilli ecclesistici e burocratici”. Non abbiamo idea di quali cavilli si tratti, essendo la chiesa di Santa Chiara in Copertino in comodato d’uso al Comune. Conoscendo la cura con la quale il bene è stato utilizzato e custodito sino ad ora, da parte degli uffici curiali competenti non ci sono motivi che ostano con la realizzazione di quanto preventivato, ad opera del rinomato stilista Antonio Tarantino. La promozione del territorio e la “contemplazione” dei luoghi della fede attraverso l’arte della fotografia rappresenta infatti motivo di dialogo con la società civile per la cura del Bene Comune. L’opinione personale di alcuni fedeli e presbiteri non può rappresentare l’indirizzo generale di chi è chiamato a vigilare anche su queste situazioni. Dispiace se, probabilmente a causa della velocità della comunicazione sui social e sulla stampa, risultasse inficiato il dialogo che il Sindaco Sandrina Schito ha continuato ad avere con gli uffici preposti anche nelle ultime ore. Non smettiamo di tracciare percorsi di dialogo e collaborazione in quel discernimento comunitario al quale tanto ci richiama papa Francesco”. Una nota dai toni equilibrati, in cui spiccano le parole “arte” e “dialogo”. E che ricordano da vicino l’apertura della Curia leccese nell’ospitare in piazza Duomo la sfilata Cruise di Dior l’estate scorsa. Ma che denotano anche altro: si tratta, di fatto, di una smentita delle voci circolanti: non è stata la Curia a bocciare l’evento.
Le parole del sacerdote
Ma qualcuno lo ha fatto. Si tratta, nello specifico, di un sacerdote, piuttosto noto in città, mons. Pinuccio Sacino, che ha commentato, in un post: “Non si tratta solo di abiti con trasparenze varie, ma anche di biancheria intima. Nessuna meraviglia sulla biancheria intima, ma sfilare in un luogo che rimane sacro, fino a prova contraria, non solo non è opportuno ma addirittura è blasfemo”. Parole che, come prevedibile, hanno scatenato un vespaio.
L’intervento della sindaca
La faccenda sembrerebbe comunque – o perlomeno è l’auspicio di chi crede nelle risorse della comunità copertinese – risolta. Lo ha reso noto la stessa sindaca Sandrina Schito: “A seguito di alcuni post apparsi sulla rete, che ritenevano poco consono in una chiesa il suo lavoro, il noto stilista Antonio Tarantino aveva deciso (dichiarando in un suo comunicato) di non scegliere più Copertino come set, e, interpretando erroneamente i giudizi espressi da alcuni, come una posizione della Curia, cosa che non è, avendo la stessa diramato un comunicato stampa, aveva deciso di scegliere un altro luogo in cui svolgere il suo evento. La sottoscritta ha però insistito, felice di ospitare la sua opera sin dal primo momento, e convinto lo Stilista a restare a Copertino, facendogli cambiare intendimento, Cosa per cui lo ringrazio. La città di Copertino ospiterà l’evento come era stato stabilito, nel rispetto e nel decoro del luogo (come sempre è stato). Nei prossimi giorni, nel rispetto delle misure anti – covid, a porte chiuse, senza pubblico, le creazioni di Antonio Tarantino e la nostra città saranno viste nel mondo attraverso la rete. Sarà nostra premura comunicare a tutti con nota ufficiale ogni dettaglio”.