SANREMO – “Nichilista, torinese e disoccupato perché dire rapper fa subito bimbominkia e dire cantautore fa subito festa dell’unità”. Ecco in breve, stando alla descrizione del suo profilo Spotify, chi è Willie Peyote, pseudonimo di Guglielmo Bruno.
Di strada ne è stata fatta molta da quando il torinese ha “iniziato suonando il basso in una band punk rock” per poi spostarsi e affermarsi nella scena rap italiana. Bastano i nomi dei suoi album a dare bene l’idea di quello che è uno dei rapper più impegnati sullo scenario nazionale: da “Manuale del giovane nichilista” del 2011 a “Non è il mio genere, il genere umano” del 2013. Il suo lancio definitivo avviene con “Educazione sabauda”, del 2015, che con la canzone “Io non sono razzista ma…” riesce a raccogliere tanti plausi quante critiche.
Nel 2017 esce “Sindrome di Tôret” e due anni dopo l’ultimo album “Iodegradabile”. Il singolo di lancio “La tua futura ex moglie”, il cui video sembra un omaggio a “Fino all’ultimo respiro” di Godard, riscuote un discreto successo anche in radio. Tutte le canzoni, passando da “Mostro” (che sembra rifarsi a “Sbatti il mostro in prima pagina” di Bellocchio) a “Catalogo” (un pungente ritratto della società moderna), riescono a lasciare qualcosa all’ascoltatore.
Willie è questo: un nichilista politicamente scorretto che all’Ariston ha deciso di non snaturarsi. La sua vena satirica e polemica è rimasta intatta. Tra tutti gli artisti in gara di questa edizione del Festival di Sanremo lui è sicuramente il più politicizzato, se così possiamo dire, e sarà interessante vedere se per questo verrà premiato o meno dal pubblico a casa. Intanto alla critica la sua “Mai dire mai (la locura)” non sembra essere dispiaciuta. Non è da tutti portare un pezzo sull’approccio alla cultura nel nostro Paese e farlo con una vena tanto polemica su un palco come quello dell’Ariston.
Nella prima strofa c’è un pesante dissing a parte della scena musicale italiana: “Sta roba che cinque anni fa era già vecchia ora sembra avanguardia e la chiamano It-pop / Le major ti fanno un contratto se azzecchi il balletto e fai boom su Tik-tok”. Il ritornello si apre con una critica al sistema musicale: “Non si vendono più i dischi tanto c’è Spotify”. La critica però è molto più ampia e non risparmia nemmeno la politica e gli elettori: “Pompano il trash in nome del LOL e poi vi stupite degli Exit poll? / Vince la merda se a forza di ridere riesce a sembrare credibile”. Insomma, un pezzo non adatto a tutti.
Ecco il testo completo della canzone:
“Questa è l’Italia del futuro, un Paese di musichette mentre fuori c’è la morte”
Ora che sanno che questo è il trend tutti ‘sti rapper c’hanno la band
Anche quando parlano l’autotune, tutti in costume come gli X-men
Gridi allo scandalo, sembrano Marilyn Manson nel due0due0
Nuovi punk vecchi adolescenti, tingo i capelli e sto al passo coi tempi
C’è il coatto che parla alla pancia ma l’intellettuale è più snob
In base al tuo pubblico scegliti un bel personaggio, l’Italia è una grande sit-com
Sta roba che 5 anni fa era già vecchia ora sembra avanguardia e la chiamano it-pop
Le major ti fanno un contratto se azzecchi il balletto e fai boom su Tik-tok
Siamo giovani affamati, siamo schiavi dell’hype
Non si vendono più i dischi tanto c’è Spotify
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Siamo giovani affermati, siamo schiavi dell’hype
Non ti servono i programmi se il consenso ce l’hai
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Mai dire mai, mai dire mai
Mai dire mai dire mai dire mai dire mai
Ora che sanno che questo è il trend tutti che vendono il culo a un brand
Tutti ‘sti bomber non fanno goal ma tanto ora conta se fanno il cash
Pompano il trash in nome del LOL e poi vi stupite degli Exit poll?
Vince la merda se a forza di ridere riesce a sembrare credibile
Cosa ci vuole a decidere “tutta ‘sta roba c’ha rotto i coglioni”?
Questi piazzisti, impostori e cialtroni a me fanno schifo ‘sti cazzi i milioni
“le brutte intenzioni” che succede? Mi sono sbagliato
Non ho capito in che modo twerkare vuol dire lottare contro il patriarcato
Siamo giovani affamati, siamo schiavi dell’hype
Non si vendono più i dischi tanto c’è Spotify
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Siamo giovani affermati, siamo schiavi dell’hype
Non ti servono i programmi se il consenso ce l’hai
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
(Mai dire mai) non so se mi piego non so se mi spezzo
(Mai dire mai) non so se mi spiego, dipende dal prezzo
(Mai dire mai) Lo chiami futuro ma è solo progresso
(Mai dire mai) sembra il Medioevo più smart e più fashion
(Mai dire mai) se è vero che il fine giustifica il mezzo
(Mai dire mai) non dico il buongusto ma almeno il buonsenso
(Mai dire mai) ho visto di meglio, ho fatto di peggio
(Mai dire mai) ecco, tu dì un’altra palla se riesco palleggio
Siamo giovani affamati, siamo schiavi dell’hype
Non si vendono più i dischi tanto c’è Spotify
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Siamo giovani affermati, siamo schiavi dell’hype
Non ti servono i programmi se il consenso ce l’hai
Riapriamo gli stadi ma non teatri né live
Magari faccio due palleggi, mai dire mai
Mai dire mai, mai dire mai
Mai dire mai dire mai dire mai dire mai
Mai dire mai, mai dire mai
Mai dire mai dire mai dire mai dire mai.
Giulio Raganato