SANREMO – Avvolta in uno splendido abito dorato – che ricorda le tuniche in un’atmosfera da antica Grecia – Emma Marrone sale nuovamente sul palco di Sanremo portando la sua voce graffiante, sensuale e potente nel quadro di Achille Lauro.
Il duetto tra i due sulle note di “Penelope” è emozione pura. Come è da brividi l’intenso monologo proposto, ad introduzione del quadro, da Monica Guerritore in quella che è una autentica performance teatrale sulle tante Penelope senza voce, magari raggirate dall’Ulisse di turno. Un messaggio potente, in prossimità dell’8 marzo.
“Non gli ero stata fedele? Non avevo aspettato, aspettato, e aspettato vincendo la tentazione, quasi un impulso naturale a comportarmi in altro modo. E cosa ho raccolto?! Sono diventata una leggenda. Un bastone con cui colpire altre donne che non avrebbero saputo essere assennate come me, oneste come me, pazienti come me. Ma io avrei solo voluto gridare: ‘Non seguite il mio esempio’”, un passaggio del testo.
E poi la canzone, “Penelope”, con Achille Lauro nelle vesti di statua greca e il gioco delle sue mani che sfiorano delicatamente quelle di Emma, si toccano, ma quasi con timore. I corpi si avvicinano, vibrano all’unisono. Ma si intuisce sofferenza, un senso di pathos, forse di lontananza.
“Metà tempo a cercarsi, metà a dirsi basta
L’amore sai accettarlo se sai dare e basta
Ammalarsi aspettando che passa
Finché non conta ciò che c’è ma solo ciò che manca”, recita il testo.
Un momento di spettacolo, musica, teatro e arte pura, sul palco dell’Ariston.
Con il senso del quadro di Achille Lauro riassunto in quelle parole finali, toccanti e profonde: “Il pregiudizio è una prigione, il giudizio è la condanna. Dio benedica gli incompresi”.
Sanremo 2021, 71esimo Festival della canzone italiana, serata dedicata ai duetti, nella foto d’apertura Achille Lauro con Emma Marrone