PORTO CESAREO (Lecce) – “Nessuno scontro di campanile tra Nardò e Porto Cesareo, si lavori a obiettivo comune di un efficiente sistema di depurazione”: così il consigliere regionale, vicepresidente del Consiglio in quota pentastellata, Cristian Casili, neretino e ora, nei fatti, alleato di Michele Emiliano al Governo della Regione Puglia.
Ieri in Commissione Ambiente si è parlato dell’autorizzazione possibile al recapito provvisorio in mare, ferma restando la necessità di una delibera di Giunta regionale e con la dovuta considerazione del no del Comune di Nardò che, invece, insiste sullo Scarico Zero, conditio sine qua non per il collettamento, ma sul cui progetto esiste un contenzioso con il ministero.
“Sul riuso delle acque reflue non può esserci nessun passo indietro“, sottolinea ora Casili. “Nella passata legislatura la Regione Puglia si è resa protagonista di una vera e propria rivoluzione sul tema depurazione. Sono convinto che non debbano esserci questioni di campanile su temi così importanti, o ancora peggio polemiche politiche, ma tutti debbano tenere a mente che uno dei fattori più dannosi per il nostro territorio sia l’inquinamento dei sali dovuto all’intrusione marina, che provoca effetti catastrofici sulla qualità delle acque di falda e sul depauperamento della risorsa suolo a seguito dei forti emungimenti e conseguente stress della falda stessa”.
Da qui la considerazione circa il fatto che “tra Nardò e Porto Cesareo non debba esserci nessuno scontro, ma si debba lavorare per l’obiettivo comune di partire con un efficiente sistema di depurazione che consenta alle due comunità di offrire le risposte ambientali che questi territori cercano da sempre”, a dichiarato proprio a margine delle audizioni di ieri.
“A tal fine – continua Casili – è necessario effettuare tutti gli adeguamenti tecnologici degli impianti per il massimo livello di depurazione ed affinamento delle acque, il relativo riuso in agricoltura e il ricorso a tecniche impiantistiche che favoriscano la ricarica artificiale della falda. Vorrei ricordare che tutto ciò fa parte dell’accordo raggiunto nel 2016 tra le amministrazioni di Nardò e Porto Cesareo e la Regione Puglia, oltre al collettamento dei depuratori delle due comunità, incluso lo scarico a mare emergenziale”. “Fare passi indietro dopo tutti questi passaggi – evidenzia – vuol dire buttare via un poderoso lavoro che può portare la nostra Regione ad essere artefice di una rivoluzione ambientale senza precedenti”.
Dichiarazioni sulle quali torna oggi l’esponente neretina di Forza Italia Paola Mita che, condividendo a mezzo social un articolo di stampa del Quotidiano sulla vicenda del depuratore, torna a ribadire un concetto già espresso, ovvero che la Regione deve pronunciarsi sul tema prima che si tengano le elezioni a Nardò, per un fatto di trasparenza nei confronti della comunità.
“Il Vice Presidente Casili dei 5 stelle deve dire da subito e prima delle prossime elezioni amministrative cosa accadrà. E cioè se la fogna di Porto Cesareo sarà collettata a Nardò oppure no. Ha avuto cinque anni di tempo per fare il “moderatore”. Basta con i proclami. Abbiamo sentito urlare “no Tap “ e la Tap si è fatta. Oggi il consigliere Casili è vice presidente del Consiglio Regionale e sostiene il candidato sindaco di Nardò Falangone, abbia da subito il coraggio di dire se il collettamento ci sarà oppure no. Prima delle elezioni. È finito il tempo delle prese in giro”.