LECCE – “Abbiamo un paracadute per una terza ondata che speriamo non ci sia o quantomeno non sia drammatica come la seconda, che è stata venti volte più forte di quella di marzo e aprile“, ha dichiarato il presidente della Regione Michele Emiliano in visita al Dea di Lecce in occasione dell’inaugurazione dei nuovi posti di terapia intensiva utili a fronteggiare una eventuale terza ondata.
Sono infatti stati attivati 16 posti di terapia intensiva respiratoria immediatamente convertibili in posti di terapia intensiva generale al quarto piano del DEA, dove vi erano ambienti idonei. In questo modo viene garantita l’offerta di 60 posti letto di area pneumologica di cui 16 ad alto impegno assistenziale e i restanti 44 a medio impegno. Con il completamento dei lavori di ristrutturazione, tutte le tecnologie saranno successivamente ricollocate nella loro sede definitiva.
Dunque una seconda ondata molto più forte della prima sul fronte dei contagi ma “il sistema sanitario pugliese sebbene con affanno è riuscito a fronteggiarla. Noi non siamo mai stati una zona rossa, nonostante i contagi altissimi e questo è stato possibile grazie al sacrificio degli operatori sanitari e al sacrificio dell’organizzazione sanitaria che ha riconvertito tanti ospedali”.
“Il DEA – ha continuato il Presidente Emiliano – è una delle strutture più importanti della Puglia. È bene ricordare che quando sono diventato Presidente della Regione il DEA era un’opera bloccata da anni, ma siamo riusciti a sbloccarla perché era necessaria ed essenziale sia per le emergenze che per la quotidianità. È stato un lavoro corale fantastico e di questo ingrazio il Direttore Generale Rollo”.
All’esterno della struttura, il presidente Emiliano ha risposto anche a proposito della colorazione. Quella arancione “secondo noi è equilibrata” e, secondo Emiliano, “doveva essere unica” sul territorio nazionale e con la possibilità di “particolari e più severe misure qualora ve ne fosse stato il bisogno”. La tesi non è passata, ha spiegato il governatore pugliese, si è preferito ricorrere alla suddivisione in fasce, ma oggi quasi tutta l’Italia è in arancione. “Quando siamo andati in gialla sia io sia il prof. Lopalco abbiamo detto che era troppo rischiosa, quindi la riclassificazione che ci ha portati in arancione è corretta e peraltro frutterà agli operatori i ristori che, altrimenti, non ci sarebbero stati”.