NARDÒ (Lecce) – Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre qualcuno ha “ritoccato” la discussa scultura, raffigurante un toro, collocata all’ingresso della città di Nardò.
Il monumento, firmato da Isaia Zilli, celebrato dall’amministrazione comunale come un segno di dinamismo e potenza, è invece attaccato dai suoi detrattori, opposizione ma anche comuni cittadini, perché ritenuta una “cafonata”: l’espressione è del consigliere di minoranza Lorenzo Siciliano che ne ha anche criticato il costo, ovvero quasi 40mila euro.
Le telecamere di videosorveglianza, intanto, hanno consentito di risalire all’identità dei due responsabili del gesto. Il Comune di Nardò formalizzerà adesso nei loro confronti una denuncia per “danneggiamento”.
“È stato un gesto stupido e anche piuttosto ingenuo – dice il sindaco Pippi Mellone – visto che l’area è videosorvegliata. Per fortuna, abbiamo facilmente identificato questi due “aspiranti” artisti e li denunceremo, anche perché è importante che passi il messaggio che nessuno può farsi beffe delle regole. Nemmeno se ci si muove con intenti goliardici o presunti tali. Rispetto a gesti di questo tipo e soprattutto ad altri ben più gravi Nardò sarà sempre più attrezzata, visto che proprio oggi abbiamo affidato il servizio di videosorveglianza contemplato dal progetto finanziato dalla Regione Puglia con 120 mila euro. Ci saranno molto presto altre 38 telecamere in 6 punti strategici della città”.
Proprio nella giornata di oggi, infatti, il Comune di Nardò, con determina del dirigente dell’area funzionale n. 3 Cosimo Tarantino, ha affidato alla società Wicity di Vernole (Lecce) la realizzazione del progetto finalizzato alla realizzazione di un sistema integrato di sicurezza sul territorio, finanziato dalla Regione Puglia con 120 mila euro.
L’obiettivo è controllare le aree di interesse artistico-culturale, ricreativo e commerciale. Il progetto prevede il monitoraggio continuo di sei punti strategici della città attraverso 38 nuove telecamere: corso Vittorio Emanuele e piazza delle Erbe (otto telecamere), l’incrocio tra via XXV Luglio, via 2 Giugno e via Siciliano (quattro), largo stazione e via De Gasperi (quattro), palazzetto di via Giannone e piazza Renata Fonte (13), piazza Mazzini (una), area mercatale in zona 167 (otto). Si tratta di dispositivi di piccole dimensioni, dotate di luce infrarossa in grado di assicurare riprese anche nelle condizioni di buio più estremo e, ad esempio, per la rilevazione nitida delle targhe dei veicoli o dei volti delle persone. Le telecamere saranno integrate nel già esistente sistema di videosorveglianza comunale e trasmetteranno alla sala controllo presso il comando di Polizia Locale di via Crispi. Scopo del progetto quello di prevenire atti di vandalismo.
Un fatto è certo: al di là delle valutazioni sulle opere d’arte, non sono ammissibili in nessun caso gesti contro di esse, neppure ragazzate.
Ma è ancora Siciliano, dai banchi di opposizione, a ridimensionare quanto accaduto a Nardò e parlare di “un gesto goliardico che non ha arrecato alcun danno” e “di una denuncia ridicola tanto quanto la notizia in questione”, in quanto “l’ornamento di cartone” apposto sulla scultura “si è praticamente autodistrutto ancor prima che venisse rimosso dall’operaio incaricato”. Secondo Siciliano, l’avvocato dei due ragazzi ci metterà “mezzo secondo per scagionare i due giovanissimi”. Quindi, l’esponente dem evoca altri atti di “danneggiamento” a suo dire più significativi a proposito dei quali non vi sarebbe stato uguale sdegno da parte dell’amministrazione. Il che sarebbe il segno, sottolinea Siciliano, di un modo di intendere la città che vede “figli e figliastri”.