LECCE – Quattrocento steli di mimosa artificiale, otto rotoli di stoffa, quasi tre giorni di lavoro in negozio e un pomeriggio dedicato al montaggio: sono i numeri dell’installazione di Porto Cesareo dedicata alla Festa della Donna. Che rimarrà in piazza a parlare di donne, certo, ma soprattutto di pace, fino a dopodomani.
Sì, perché è una festa dell’8 Marzo doverosamente in tono minore e con un pensiero a chi sta soffrendo: il mondo sta attraversando un dramma e non si può non pensare alle donne e alle bambine che in questo momento sono costrette ad abbandonare le loro cose, le loro abitazioni e le loro certezze per cercare di allontanarsi dalla guerra, tra mille rischi. La Giornata è stata in molte realtà proprio dedicata a loro, alle donne ucraine, che vivono sulla loro pelle giornate dolorose e senza luce.
Così a Porto Cesareo è stata realizzata una installazione con le mimose e i colori della bandiera ucraina e della pace: una figura femminile elegante seduta su una panchina di legno. Il bisogno di pace si nutre anche di simboli. A realizzarlo materialmente la fiorista Anna Rita Valentino che ha voluto portare un’idea di bellezza e speranza in piazza Risorgimento, cuore della cittadina ionica. Già l’anno scorso, su impulso dell’amministrazione comunale, che a Porto Cesareo è guidata da una donna, la sindaca Silvia Tarantino, era stata realizzata un’opera analoga con pensieri dedicati alle donne che hanno fatto la storia lasciando la loro traccia in molteplici campi, dalla scienza, alla cultura, alla società civile.
E quest’anno, parimenti, l’iniziativa è stata realizzata, sempre dalla stessa mano, ma con una novità. “Ho pensato – ha spiegato Anna Rita Valentino, raggiunta al telefono da salentowebnews.it – che, data la situazione attuale, fosse bene portare avanti l’idea di dare un messaggio per la pace in Ucraina. La Provincia ha poi spinto perché fossero promosse iniziative in ogni Comune ma noi ci eravamo già organizzati”.
Un lavoro non da poco: “Ci sono voluti due, quasi tre giorni di attività qui in negozio e per il montaggio è stato necessario un altro pomeriggio”. Per la realizzazione dell’installazione sono stati invece usati quattrocento steletti di mimose artificiali, che ovviamente resistono alle intemperie e in assenza d’acqua, a differenza dei fiori naturali.
Quindi ci sono voluti poi otto rotoli di stoffa per completare l’opera con i colori della pace. Sull’efficacia di tali installazioni, la signora Valentino – che nutre una grande passione per il suo lavoro – non ha dubbi: “Sono passata poco fa a dare un’occhiata, le persone notano, commentano, c’è un messaggio che passa”. I simboli parlano, sensibilizzano, inducono considerazioni, hanno potenza evocativa. E se l’anno scorso i bigliettini contenevano parole pronunciate da donne che si sono distinte nella storia, “quest’anno ho scelto delle frasi sulla pace”, racconta Anna Rita.
Il problema della guerra riguarda tutti da vicino, è poi la riflessione che nasce dalla chiacchierata al telefono. C’è preoccupazione per i figli e il futuro. L’Ucraina non è così lontana e gli effetti economici toccano tutti. Anche lei non ne è stata esente. “Lavoro con l’importazione e c’è un problemi di aumenti, un fornitore oggi ci ha mandato un messaggio sull’incremento di un pacco di girasoli del 50% a causa del relativo incremento del prezzo del carburante. Non è poco”, ci spiega. Il consumatore finale, già gravato dagli effetti della pandemia, non potrà sostenere tali sforzi a lungo, riflette la signora Anna Rita.
C’è solo da sperare che iniziative del genere possano, dunque, nel piccolo, smuovere coscienze, auspicando, al contempo, che una poderosa iniziativa diplomatica possa essere messa in campo per fermare le bombe russe e che i corridoi umanitari si facciano strada nella follia.